(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 22 nov. - Le malattie delle valvole cardiache colpiscono in Italia oltre 1 milione di persone e riguardano il 10 per cento della popolazione oltre i 65 anni, la fascia piu' colpita. Si stimano in oltre 130 mila gli Italiani che soffrono di stenosi aortica grave sintomatica, per i quali le linee guida nazionali e internazionali suggeriscono un intervento di sostituzione della valvola, e in circa 600 mila quelli che accusano un'insufficienza mitralica da moderata a grave, per molti dei quali sarebbe utile un intervento correttivo. Eppure, in Italia, ogni anno si eseguono meno di 30 mila interventi sulle valvole cardiache, a testimonianza di malattie cui viene concessa scarsa considerazione nel nostro Paese.
Poco conosciute dagli stessi pazienti, non diagnosticate con tempestivita' e attenzione, non sufficientemente e adeguatamente trattate, gravate da significative barriere all'accesso alle cure piu' innovative, le malattie delle valvole cardiache sembrano non interessare il Servizio sanitario italiano.
Questa la denuncia che emerge dal "Libro Bianco sul trattamento delle malattie valvolari cardiache" realizzato da Cuore Italia, l'associazione appartenente alla rete internazionale Heart Valve Voice nata per dare voce alle persone colpite da queste malattie, presentato nel weekend al congresso nazionale di Senior Italia Federanziani.
"Il Libro bianco rappresenta il coronamento del primo anno e mezzo di lavoro di Cuore Italia - Heart Valve Voice, associazione che costituisce il punto di riferimento in Italia per quei malati fino a oggi isolati e troppo spesso ignari della possibilita' di allungare la propria vita e migliorarne significativamente la qualita', grazie alle cure disponibili", ha spiegato Roberto Messina, Presidente di Cuore Italia - Heart Valve Voice.
"Con questo documento ci proponiamo di evidenziare i fattori e le barriere ancora esistenti nel nostro Paese sui quali risulta necessario un intervento. Dalla poca notorieta', ai ritardi nella diagnosi, al fatto che le cure non sono uniformemente accessibili sul territorio nazionale, con disparita' di trattamento tra cittadini di regioni diverse e di eta' diverse, si determina, in ultima analisi, che molte persone che ne avrebbero diritto e necessita', soprattutto anziane, non sono curate", ha precisato. "Le malattie delle valvole cardiache sono molto piu' frequenti di quanto si possa pensare e producono un impatto importante sulla salute e sulla qualita' di vita, soprattutto nelle persone in eta' avanzata, in cui la malattia e' piu' spesso severa e invalidante", ha detto Pierluigi Stefano, Direttore Divisione di cardiochirurgia dell'Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi di Firenze e membro del Comitato scientifico di Cuore Italia - Heart Valve Voice.
Generalmente le malattie delle valvole cardiache sono poco conosciute e "trascurate" dai cittadini: solo il 5 per cento degli italiani oltre i 60 anni ne ha sentito parlare e ancora meno, il 2 per cento, se ne preoccupa, nonostante le forme piu' gravi abbiano una prognosi fortemente negativa, simile a quella di molti tumori. La buona notizia e' la possibilita' di diagnosticarle con sufficiente semplicita' - basta un'attenta auscultazione del cuore con il fonendoscopio - e curarle con interventi che consentono di sostituire la valvola malata o di ripararne la porzione danneggiata lasciando la valvola "naturale", allungando la vita e migliorandone la qualita' in modo significativo.
"Le evidenze scientifiche dimostrano che i benefici dell'intervento sono sempre maggiori. Le tecniche mini o non invasive garantiscono al paziente riabilitazione e tempi di ripresa delle normali attivita' quotidiane piu' rapidi, con minori complicanze e miglioramento delle condizioni post-operatorie. Il tutto, con un indubbio impatto positivo anche sul Servizio sanitario nazionale", ha aggiunto Stefano.
Cuore Italia - Heart Valve Voice, in linea con gli obiettivi dell'Organizzazione Mondiale della Sanita' e della Commissione europea, ritiene che affrontare in maniera adeguata le malattie delle valvole cardiache permetta il raggiungimento di quella condizione definita "healthy ageing", contribuendo da un lato a mantenere attiva, indipendente e autosufficiente un'ampia parte della popolazione e a valorizzarne il potenziale, di grande valore per la societa'.
"La popolazione italiana invecchia; gia' oggi gli over 65 rappreísentano il 22 per cento, contro una media europea del 18,9 per cento, e nei prossimi 25 anni ISTAT stima questo dato possa abbondantemente oltrepassare la soglia del 30 per cento. Per questo, le malattie delle valvole cardiache saraníno sempre piu' diffuse", ha dichiarato Alessandro Boccanelli, Presidente della Societa' Italiana di cardiologia geriatrica (SICGe), anch'egli membro del Comitato scientifico di Cuore Italia - Heart Valve Voice.
"Troppo spesso queste malattie non sono diagnoísticate e, anche quando cio' avviene, non sempre i pazienti sono avviati al trattamento piu' adeguato: e' stato documentato che ciríca un terzo dei pazienti affetti da stenosi aortica con indicazione al trattamento chirurgico non vengono operati, e che cio' si veriífica in un caso su 2 per la malattia della valvola mitrale. Nel nostro Paese, inoltre, esistono barriere al trattamento, specialmente per le procedure e le tecnologie innovative come la TAVI (sostituzione della valvola aortica per via transcatetere) e la mitraclip (la clip per l'insufficienza mitralica), che causano accesso non uniforme alle cure, disparita' di trattamento tra cittadini di regioni diverse e migrazione di pazienti in altre regioni per riceívere le cure appropriate", ha detto ancora.
"Auspichiamo che il Libro bianco rappresenti uno strumento importante di conoscenza e lavoro per chi deve compiere scelte di politica sanitaria a livello nazionale e locale. Possa quindi spingere i decisori a sostenere l'informazione dei pazienti, ad adottare politiche che consentano l'accesso ai trattamenti innovativi in modo uniforme su tutto il territorio nazionale valorizzando adeguatamente l'innovazione tecnologica, e che mantengano il sistema al passo con l'evoluzione delle tecnologie sanitarie, partendo dall'applicazione di documenti e linee guida gia' esistenti, elaborati dalla comunita' scientifica e fin qui largamente disattesi. Confidiamo che la voce della comunita' dei pazienti sia ascoltata e che il Libro bianco possa contribuire all'evoluzione dell'approccio al problema, nella direzione di una sempre maggiore tutela dei pazienti, specialmente i piu' fragili", ha concluso Roberto Messina.
(Red/ Dire)