(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 29 mar. - Si e' tenuto, al Centro congressi Fontana di Trevi a Roma, 'Dig.Eat 2017', l'evento annuale gratuito sulla digitalizzazione. Giunto alla sua decima edizione, Dig.Eat quest'anno ha avuto come claim principale 'Benvenuto nel mondo reale', preso in prestito dalla scena cult della pellicola Matrix. Una giornata promossa da Anorc, Anorc Professioni e Aifag, con la collaborazione scientifica e organizzativa del Digital & Law Department per discutere sullo stato del processo di digitalizzazione in Italia, che, in base agli ultimi rilievi Desi e' in una fase di stallo.
Stallo dovuto al contrasto tra la narrazione che si fa sul livello di innovazione tecnologica, della pubblica amministrazione e delle aziende, e la realta' dello stato del digitale nel nostro Paese. Esperti nazionali ed esponenti istituzionali si sono confrontati sulle ultime novita' normative, oltre che su Digital first ed eGovernment, Finance e Ict, eHealth e privacy, eProcurement. Nel pomeriggio, nella sala Loyola, si e' svolta una tavola rotonda su 'Le nuove frontiere dell'eHealth e le sfide per la privacy'. "Il vento del cambiamento degli Anni 90, sulla scia delle leggi Bassanini, in effetti non si e' verificato - ha spiegato Francesco Modafferi, dirigente del dipartimento Liberta' pubbliche e Sanita' del Garante della privacy e docente di Diritto della privacy all'universita' eCampus - Attribuiamo la colpa all'assenza o all'eccesso di norme, o alla loro mancata chiarezza. Ma quello che ci dobbiamo chiedere e' come si cambia". Secondo Modafferi cambiare significa cercare di capire "cos'e' e a cosa serve la tecnologia", per utilizzarla come mezzo di "progresso. In questi anni - ha proseguito - il Garante ha cercato di fare innovazioni importanti in ambito sanitario, come il fascicolo sanitario elettronico, ed e' ancora impegnato in un lavoro per far si' che questa grande innovazione vada avanti e vengano rimossi i dubbi riguardanti la protezione dei dati personali".
Dati personali che verranno tutelati da una nuova figura, il responsabile della protezione dei dati personali, le cui competenze tecniche e giuridiche sono ancora da definire, che spesso vengono rubati e venduti nel deep web da veri e propri sistemi criminali che hanno individuato uno degli anelli deboli della catena: il sistema sanitario. Dal punto di vista della cybersecurity, proprio per i mancati investimenti e per l'assenza di una cultura adeguata a prevenire le minacce degli hacker, la sanita' e' uno dei settori piu' delicati, proprio perche' la minaccia cyber puo' rappresentare un rischio per i pazienti ospedalizzati. Ma dal digitale non arrivano solo minacce al mondo sanitario. "Con la telemedicina noi vogliamo salvare vite. Ma i sistemi teledigitali vanno pensati e progettati prima di essere utilizzati.
E vanno consultati medici e pazienti", ha spiegato Francesco Gabbrielli, medico e ricercatore di telemedicina del Cnr di Pisa e dell'Aquila, che ha detto la sua sugli attacchi cyber che minacciano i dati sanitari. "Se io riesco a farmi un'idea sul profilo di chi consuma un determinato farmaco- ha spiegato Gabbrielli- questo dato ha un valore, un valore che ha a che fare con il marketing, e potrebbe essere usato per fare marketing. Ma gli stessi dati possono servire anche al medico per il suo lavoro". Per questo, secondo Gabbrielli, bisogna operare un "bilanciamento tra la necessita' di sapere, tipica delle bioscienze, e la necessita' di tutelare", evitando quella che chiama quella "superburocrazia telematica" che potrebbe portare ad un vero e proprio blocco del lavoro del medico.
(Red/ Dire)