Il presidente della commissione Affari sociali sulla vicenda dj Fabo
(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 1 mar. - "Quella di Dj Fabo e' una vicenda tragica. Fabiano ha chiesto il suicidio assistito. Riteneva la sua vita intollerabile perche' troppo dipendente dagli altri. Perche' considerava il suo corpo una prigione. La sua e' una storia di dolore che merita silenzio e rispetto, un fallimento sempre quando una vita finisce cosi'. E non va utilizzata politicamente in alcun modo, anche perche' non si possono fare leggi sulla base di casi estremi".
Lo dice Mario Marazziti, presidente della commissione Affari sociali della Camera, che osserva: "La legge sulle Dat, sul consenso informato, sulla pianificazione condivisa delle cure che stiamo discutendo in commissione Affari sociali da molti mesi, e nell'ultimo mese abbiamo votato 288 emendamenti in 32 ore, aspetta ora solo i pareri delle commissioni Giustizia e Affari costituzionali che ci hanno chiesto tempo fino al 2 marzo.
Quindi per il 3 marzo noi daremo mandato al relatore e la presidenza della Camera e i gruppi potranno calendarizzare il testo per l'aula". Poi, sottolinea: "Va pero' chiarito che anche se tale legge fosse stata gia' approvata, il caso-limite di dj Fabo non avrebbe trovato soluzione. Perche', per quanto drammatica fosse la sua situazione, di suicidio si tratta, o di omicidio di persona consenziente, qualunque ne sia la ragione. E non di qualcosa che puo' essere disciplinato dalla sanita' pubblica italiana. Dj Fabo non aveva organi vitali danneggiati, ne' patologie terminali, quindi richiedeva un intervento attivo per porre fine alla sua vita, che altrimenti sarebbe continuata anche senza alcuni sostegni. E questo non e' un aspetto contemplato dalla legge sulle Dat che stiamo esaminando".
Per Marazziti "noi non possiamo per legge dire che ogni volta che siamo disperati, e quindi magari ci sembra troppo pesante la nostra vita, la legge lo deve rendere possibile e anche in una struttura pubblica".
La vicenda di Fabiano, aggiunge "e' dolorosa e, ripeto, merita rispetto, ma c'e' un elemento per me inquietante. Il farmaco con cui ha trovato la morte e' il pentobarbital, uno dei tre utilizzati per le iniezioni letali negli Usa. E' stato messo fuori legge diversi anni fa e la sua produzione, che avveniva in Italia, e' stata bloccata grazie a una vittoria del nostro paese firmata dal governo italiano su iniziativa della Comunita' di Sant'Egidio, mia personale e di Nessuno tocchi Caino. Ci troviamo oggi di fronte al caso di un nuovo utilizzo di questo farmaco.
Per noi che abbiamo portato avanti questa battaglia, vincendola, e' qualcosa di paradossale".
(Red/ Dire)