(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 3 mag. - "Bisogna lavorare con una rete di programmazione sulla diagnostica e sull'accuratezza a livello nazionale, motivo per cui ho accolto l'appello dell'Aiom. E credo che un 'Libro Bianco' fatto dal ministero della Salute, che metta insieme best practice, linee guida e obiettivi da raggiungere nel medio e breve periodo, sia un lavoro che possa essere molto utile nei prossimi anni per le Regioni". Lo ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in occasione della presentazione a Roma del Rapporto Aiom sullo 'Stato dell'oncologia in Italia 2017'. "Le differenze nelle cure sono intollerabili- ha proseguito Lorenzin- non possiamo permetterci questa discriminazione, e' una cosa che non puo' continuare e deve suscitare indignazione. Non si tratta di fattori economici, ma solo di organizzazione".
Le differenze piu' forti nell'accesso alle cure, intanto, rimangono sempre quelle tra nord e sud. Ha spiegato il ministro: "Purtroppo questo e' un tema di organizzazione e programmazione sanitaria: e' comprensibilissimo il fatto che tu voglia curarti nel posto migliore, se per esempio hai un cancro orale o una forma di patologia che viene ad esempio studiata o ad analizzata in un luogo di eccellenza, perche' non tutto si puo' fare ovunque. Motivo per cui abbiamo inserito nei nuovi Livelli essenziali di assistenza sia il Cnao di Pavia sia la radioterapia di Trento, due centri mondiali che fanno cose uniche al mondo. Ma che tu debba fare il 'viaggio della speranza' per avere accesso ad uno strumento di diagnosi oggettivamente oggi, nel 2017, mi lascia molto perplessa".
Per attenuare le differenze tra le Regioni, secondo Lorenzin, innanzitutto "bisogna rendere pubblici i dati delle azioni di monitoraggio e controllo- ha sottolineato- come per esempio fa Agenas sulla realizzazione dei Registri dei tumori e su quella delle reti oncologiche, ma bisogna anche spronare le Regioni ad attuare queste reti, che sono lo strumento che permette la presa in carico del paziente dal momento della diagnosi a quello della terapia e durante tutta la fase della sua malattia. Questo e' importantissimo, perche' laddove ci sono le reti oncologiche si ha una presa in carico del paziente umana, sicura ed efficace; dove le reti non ci sono ci sono invece- ha infine concluso- purtroppo accadono quei tanti casi di malasanita' che vengono denunciati".
(Red/ Dire)