(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 19 lug. - "In Italia, dal primo dicembre alla fine di aprile, sono stati venduti nelle farmacie 22mila test Hiv agli utenti". Lo ha fatto sapere la presidente della Fondazione The Bridge, Rosaria Iardino, intervistata dall'agenzia Dire in occasione della presentazione oggi a Roma, presso la Camera dei Deputati, di un'indagine sull'autotest per la diagnosi del virus Hiv acquistabile liberamente nelle farmacie italiane, senza ricetta, dal primo dicembre scorso. L'indagine e' stata condotta su un campione rappresentativo di 1000 persone ed e' stata commissionata dalla Fondazione The Bridge, insieme a Nps Italia Onlus, alla Swg di Trieste.
"Noi abbiamo commissionato questa indagine alla Swg per capire quanto fosse gradita l'iniziativa- ha proseguito Iardino- e il 70% del campione intervistato si e' detto favorevole ad un acquisto del test in farmacia senza ricetta. Lo stesso campione ci ha anzi suggerito di coinvolgere i medici di medicina generale, perche' molti intervistati non conoscevano l'esistenza dell'autotest". Quanto al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, secondo la presidente della Fondazione The Bridge dovrebbe "ritornare ad occuparsi di Hiv e malattie sessualmente trasmissibili- ha voluto sottolineare- perche' in questi ultimi quattro anni ha fatto tanti tavoli ma io non ho visto nessuna azione concreta. Non mi ricordo una campagna di prevenzione promossa da Lorenzin da quando e' ministro della Salute".
Ma non sarebbe importante coinvolgere anche le scuole sul tema della prevenzione dell'Hiv? "Stimo e rispetto molto il ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli, alla quale abbiamo gia' mandato una lettera chiedendo di reintrodurre nel programma scolastico anche quell'educazione civica e alla sessualita' che per tanti anni ha fatto molto bene ai nostri giovani". Secondo Iardino, quindi, c'e' una sottovalutazione del tema, ma "la cosa che a noi ci fa sorridere- ha proseguito- e' che in un momento di crisi economica si preferisce pagare farmaci per le nuove persone che si sono infettate invece di provare a prevenire. Allora se l'intenzione e' quella di non occuparsi perche' tanto lo Stato puo' pagare le cure, non si tiene in considerazione che avere l'Hiv e non averlo non e' la stessa cosa. Inoltre, e' un dovere etico provare a prevenire le nuove infezioni".
Ha poi fatto sapere la presidente della Fondazione The Bridge: "Noi stiamo andando sulle spiagge e posso garantire che i giovani italiani pensano che l'Hiv sia ormai un problema lontano da loro e che sia magari nel continente africano, con un pregiudizio pazzesco, mentre gli ultimi casi di infezione riportati dall'Istituto superiore di Sanita' danno una fotografia della persona infetta che e' italiana, media e sempre piu' donna". Le persone infette in Italia dal virus dell'Hiv, intanto, sono "circa 130mila all'anno che sanno di avere l'infezione- ha detto Iardino- e di queste noi pensiamo che almeno 20mila in piu' non sanno di averla e quindi inconsapevolmente vanno in giro ad infettare. In trattamento c'e' piu' dell'80% delle persone e ogni anno noi abbiamo 4mila nuovi casi di infezione costanti che non scendono di un numero".
Si pensa che l'Hiv non sia piu' una malattia mortale e che con il virus ci si possa convivere. Forse e' anche per questo che sul tema e' scesa in po' l'attenzione? "Purtroppo 28 giorni fa e' morto un ragazzo giovane proprio perche' per questa convinzione non si era mai fatto il test- ha infine c.oncluso la presidente della Fondazione The Bridge- quindi e' arrivato in ospedale quando ormai era troppo tardi per curarsi".
(Red/ Dire)