La lettera aperta condivisa e firmata anche da Walter Ricciardi
(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 5 lug. - Un allarme e un invito sulla "nuova epidemia urbana", come e' definito dall'Organizzazione mondiale della sanita' (Oms) il fenomeno dell'aumento delle malattie croniche non trasmissibili nelle citta', sono stati contemporaneamente lanciati oggi ai quasi 8.000 Sindaci italiani, in occasione del 2nd Health City Forum organizzato a Roma da Health City Institute, Italian Barometer Diabetes Observatory (Ibdo) Foundation, Universita' degli Studi di Roma "Tor Vergata", con il patrocinio di Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero della Salute, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci) e Roma Capitale, in collaborazione con il programma Cities Changing Diabetes promosso da University College London (Ucl) e Steno Diabetes Center, con il contributo non condizionante di Novo Nordisk. Con una "Lettera aperta ai Sindaci italiani per promuovere la salute nelle citta' come bene comune", Antonio De Caro, Presidente Anci e Sindaco di Bari, Enzo Bianco, Presidente Consiglio nazionale Anci e Sindaco di Catania, e Roberto Pella, Vice presidente vicario Anci, in rappresentanza del Gruppo di lavoro dell'associazione su "Urban health", hanno sollecitato i colleghi ad attivarsi nel creare reti di collaborazione pubblico-privato, mettere in atto politiche urbane che abbiano come priorita' la salute dei cittadini, impegnarsi nel prevenire le malattie croniche non trasmissibili, come diabete e obesita', per fronteggiare questa emergenza.
La lettera aperta e' stata condivisa e firmata anche da Walter Ricciardi, Presidente Istituto superiore di sanita', Andrea Lenzi, Presidente Health City Institute, Giovanni Malago', Presidente Coni, e Simona Arletti, Presidente Rete italiana citta' sane dell'Oms. "Oggi 1 abitante del pianeta su 2 vive in ambiente urbano; il dato era 1 su 3 nel 1950 e sara' 2 su 3 nel 2050. Nel 1950 vivevano nelle citta' 746 milioni di persone, diventate oggi 3,9 miliardi, con una proiezione di crescita di ulteriori 2,5 miliardi da qui al 2050", ha ricordato Roberto Pella, citando i dati del rapporto World Urbanization Prospects delle Nazioni unite. Secondo lo stesso documento, e' una percezione errata quella secondo cui il fenomeno dell'inurbamento, ossia la fuga dalla campagna verso la citta', riguardi prevalentemente le megalopoli: i 28 agglomerati urbani con oltre 10 milioni di abitanti, guidati da Tokyo con 38 milioni, Nuova Delhi (25 milioni), Shangai (23 milioni), Citta' del Messico, Bombay e San Paolo (21 milioni). Oppure le 43 megacitta' tra i 5 e i 10 milioni di abitanti o ancora le oltre 400 tra 1 e 5 milioni. Nelle 28 megalopoli, infatti, ha trovato casa solo il 12,5 per cento della popolazione urbana mondiale; piu' della meta' vive in citta' con meno di 500mila abitanti: citta' come Bologna, Firenze, Bari, Verona.
"I fenomeni del crescente inurbamento e della conseguente urbanizzazione sono legati a doppio filo con un altro accadimento: la crescita drammatica delle malattie croniche non trasmissibili, come diabete e obesita', provocata anche dalle modifiche agli stili di vita alimentari e fisici", ha spiegato Andrea Lenzi, sottolineando come oggi sul pianeta vivano 415 milioni di persone con diabete, mentre erano solo 285 milioni nel 2010, e siano oltre 2,2 miliardi gli esseri umani sovrappeso od obesi, con la prevalenza- ossia la percentuale sulla popolazione- dell'obesita' raddoppiata in oltre 70 Paesi a partire dal 1980. Questi numeri fotografano una situazione "che riguarda anche il nostro Paese, come viene rilevato dai dati del Ministero della salute e dell'Istat. Per questo chiediamo di porre come priorita' la salute e che la stessa sia nelle agende e nelle strategie del buon vivere nelle nostre citta'" scrivono i firmatari della lettera resa pubblica nell'occasione.
"Lo sviluppo urbano, cui il mondo ha assistito e assiste, ha modificato profondamente lo stile di vita della popolazione e trasforma il contesto ambientale e sociale in cui viviamo, creando problemi di equita', generando tensioni sociali e introducendo minacce per la salute della popolazione. La configurazione attuale delle citta' e, piu' in generale l'urbanizzazione presentano per la salute pubblica e individuale tanti rischi, ma anche molte opportunita'. Se infatti le citta' sono pianificate, ben organizzate e amministrate coscientemente, si puo' dare vita ad una sinergia tra Istituzioni, cittadini e professionisti in grado di migliorare le condizioni di vita e la salute della popolazione", ha detto Enzo Bianco. "Abbiamo bisogno di avere come obiettivo prioritario che la salute nelle citta' sia un bene comune. In caso contrario, la salute di milioni di abitanti delle nostre citta' e' in gioco. Aiutateci a sostenere, promuovere e sottoscrivere il Manifesto della salute nelle Citta', quale strumento per migliorare la qualita' di vita di tutti i cittadini e in particolare delle generazioni future", si conclude l'invito ai primi cittadini d'Italia.
(Red/ Dire)