Tumori, un paziente su 5 rischia il default economico
In Italia spesa farmaci anticancro 4,1 mld; a Chicago congresso mondiale Asco
(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Chicago, 7 giu. - Il peso economico del cancro sul portafoglio degli Stati e dei singoli malati sta diventano sempre piu' pesante. Da un lato infatti le terapie innovative permettono di migliorare la sopravvivenza dei pazienti, di cronicizzare o, in alcuni casi, di sconfiggere la malattia, dall'altro pongono i Servizi Sanitari di fronte alla sfida della sostenibilita'. Oltre 20 tipi di tumori sono stati trattati con uno o piu' dei 70 nuovi trattamenti lanciati negli ultimi 6 anni, portando la spesa mondiale per il cancro a 107 miliardi di dollari nel 2015. Ed e' prevista un aumento di questa cifra fra il 7,5% e il 10,5% fino a raggiungere i 150 miliardi di dollari nel 2020. Il 53° Congresso dell'American Society of Clinical Oncology (ASCO) si apre oggi a Chicago con la partecipazione di oltre 30mila oncologi da tutto il mondo e l'attenzione dei clinici e' focalizzata sul tema della sostenibilita' e sugli strumenti per garantire a tutti i pazienti l'accesso alle terapie piu' efficaci. "Per la prima volta anche in Italia si comincia a parlare di 'tossicita' finanziaria', la crisi economica individuale conseguente al cancro e alle sue cure- spiega il prof. Carmine Pinto, presidente nazionale AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica)-.
Fino a pochi anni fa era un problema confinato agli Stati Uniti, oggi interessa anche il nostro Paese. Un'analisi di 16 sperimentazioni condotte tra il 1999 e il 2015, a cui hanno partecipato 3.760 pazienti italiani, colpiti da tumore del polmone, della mammella o dell'ovaio, ha evidenziato che il 22,5% presentava 'tossicita' finanziaria' e un rischio di morte nei mesi e anni successivi del 20% piu' alto rispetto ai malati senza problemi economici. L'analisi e' stata condotta dall'Istituto Nazionale Tumori 'Pascale' di Napoli, si tratta di dati preoccupanti perche' evidenziano come il contraccolpo finanziario dovuto alla malattia si riverberi in un peggioramento della prognosi". Inoltre la spesa sanitaria pubblica italiana non riesce a tenere il passo con quella dell'Europa occidentale. Nel 2015, la spesa sanitaria totale ha assorbito in Italia circa il 9,0% del PIL mantenendo di fatto invariato il suo peso rispetto all'anno precedente; anche nei Paesi dell'Europa occidentale il rapporto tra spesa sanitaria totale e PIL si e' mantenuto tendenzialmente stabile, ma su un livello maggiore e pari a circa il 10,4%.
Nel 2015 in Italia la spesa per i farmaci anticancro e' stata pari a 4 miliardi e 175 milioni, con un incremento del 7,1% rispetto al 2014. L'aumento e' stato inferiore rispetto al biennio precedente (+9,6%), quando queste uscite erano passate da 3 miliardi e 557 milioni di euro (2013) a 3 miliardi e 899 milioni (2014). "È la dimostrazione che gli oncologi italiani sono sempre piu' attenti al valore dei trattamenti e alle esigenze di razionalizzazione delle risorse - sottolinea la dott.ssa Stefania Gori, presidente eletto AIOM -. Lo scorso ottobre e' stato introdotto per la prima volta da parte del Governo un Fondo di 500 milioni di euro destinato ai farmaci oncologici innovativi. Una decisione importante che rappresenta il punto di partenza per un 'Patto contro il cancro', che veda insieme Istituzioni e clinici. In questo modo potra' essere realizzata un'unica strategia che governi e promuova la lotta ai tumori dalla prevenzione agli screening, dalle terapie innovative alla riabilitazione e alle cure palliative fino alla ricerca.
Un'unica strategia con un'unica regia di governo". Nel 2016 nel nostro Paese sono stati registrati 365.800 nuovi casi di tumore, circa 1.000 ogni giorno: il 63% delle donne e il 54% degli uomini sconfiggono la malattia.
"Queste percentuali collocano l'Italia fra i primi Paesi in Europa per numero di guarigioni- continua Pinto-. Perche' il nostro sistema, basato sul principio di universalita', e' efficiente grazie alle eccellenze ospedaliere. Ma e' necessario far fronte a criticita' urgenti che rischiano di compromettere la qualita' dell'assistenza. Almeno il 15% degli esami (in particolare radiologici e strumentali) e' improprio, vi sono terapie di non comprovata efficacia che costano ogni anno al sistema circa 350 milioni di euro e il peso delle visite di controllo e' pari a 400 milioni. Uno degli obiettivi principali e non piu' procrastinabili del Patto e' la realizzazione delle Reti oncologiche regionali. In Italia sono attive in un numero inferiore alle dita di una mano, alcune iniziano a muoversi, le Regioni del Sud presentano gravi ritardi. Le Reti potranno permettere ai pazienti l'accesso guidato secondo percorsi diagnostico terapeutici assistenziali (PDTA) alle migliori cure e aderenza alle linee guida, con conseguente riduzione delle aree di inappropriatezza e collegamento organico tra ospedale e territorio".
Oggi sono disponibili terapie sempre piu' efficaci, che migliorano significativamente non solo la quantita' ma anche la qualita' vita, con la possibilita' in alcune patologie come il melanoma metastatico di sopravvivere nel 20% dei casi a 10 anni. "Si tratta di molecole immuno-oncologiche e di farmaci a bersaglio molecolare a cui il Fondo permettera' di garantire l'accesso in tutte le Regioni, dalla Valle d'Aosta alla Sicilia- conclude Pinto-. Perche' questo avvenga facilmente, e' importante che i farmaci siano inseriti nel Fondo in aderenza ai criteri di innovativita' elaborati recentemente dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). Inoltre la gestione del Fondo dovrebbe essere attribuita all'agenzia regolatoria e vi potranno accedere a fine anno le Regioni sulla base dei volumi di spesa per farmaco.
Meccanismi semplici, ma soprattutto univoci e trasparenti".
(Red/ Dire)
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