(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 13 dic.- "Con la Settimana Mondiale dell'antimicrobico-resistenza, arrivano nuove iniziative per sensibilizzare la popolazione su un problema medico-scientifico che sta coinvolgendo sempre piu' la popolazione, in Italia e non solo. Ogni anno, infatti, nel mondo circa 700mila decessi sono causati dall'antibiotico-resistenza. L'uso smodato di antibiotici infatti ha vanificato i loro effetti e reso i batteri piu' resistenti, con trend in continua crescita e costi sempre piu' elevati". Cosi' in un comunicato la Societa' Italiana di Malattie Infettive e Tropicali.
"Da oggi al 18 Dicembre- spiega la nota- durante uno dei picchi di influenza attesi durante l'anno, vanno in onda sui canali RAI TV Radio RAI Social e RAI Web gli spot, con il patrocinio del Ministero della Salute, volte a informare la popolazione e sensibilizzarla sull'uso consapevole degli antibiotici. Prescrizione attenta, aderenza alla terapia, ricerca scientifica tra i temi. Una rivista divulgativa e' gia' disponibile presso studi dei medici di base e ospedali: all'interno, i contributi degli specialisti della Societa' Italiana di Malattie Infettive e Tropicali - SIMIT del Ministero della Salute e dell'Istituto Superiore di Sanita'".
"Gli antibiotici restano uno degli strumenti principali a nostra disposizione per combattere gravi infezioni, ma bisogna farne un uso prudente. Le loro capacita' di guarigione- spiega il comunicato- hanno sicuramente garantito un miglioramento dell'aspettativa di vita, ma le ampie fasce di popolazione e i pazienti immuno-compromessi vedono aumentato il rischio infettivo".
"Gli antibiotici- spiega il Prof. Pierluigi Viale, Direttore Unita' Operativa di Malattie Infettive - Policlinico S. Orsola Malpighi - Bologna- sono dei farmaci che permettono di salvare numerose vite umane. La loro utilita' e' in costante crescita da 80 anni a questa parte; oggi possono aiutare a trattare e a risolvere anche una serie di problematiche estremamente complesse della medicina moderna, come trapianti, tumori, chirurgia avanzata, l'aumento della sopravvivenza di tante categorie di pazienti. Tuttavia- continua Viale- la loro efficacia e' sempre minore a causa dell'uso smodato che ne viene fatto. All'atto della prescrizione di un antibiotico si deve accettare l'inevitabile danno ecologico che tali farmaci determinano nel contesto dei miliardi di popolazioni microbiche che condividono il proprio ecosistema con tutte le altre forme di vita, uomo compreso".
"L'utilizzo degli antibiotici deve pertanto comportare sempre una attenta e responsabile valutazione del rapporto rischio-benefico di tale atto medico. Per questo motivo- prosegue il professore- la prescrizione e l'assunzione responsabile sono divenuti oggi un dovere a cui nessuno, medico o paziente, puo' sottrarsi. Prescrizioni inutili o ridondanti, terapie eccessivamente lunghe, dosaggi giornalieri insufficienti, modalita' di assunzione o somministrazione non in linea con le caratteristiche farmacologiche delle diverse classi, sono errori comuni che non possono essere reiterati all'infinito, pena la progressiva perdita di efficacia di una risorsa terapeutica dimostratasi tanto vitale quanto fragile. Tutti, medici e pazienti, hanno ritenuto per 70 anni che l'antibiotico fosse un 'magic bullet' pressoche' invincibile, ma mai convinzione fu piu' fallace. Oggi negli ospedali italiani le infezioni sostenute da Enterobacteriaceae produttrici di carbapenemasi, un profilo di resistenza incredibilmente complesso e sofisticato, sostenuto da molteplici determinanti genetici, rappresentano una sfida giornaliera che rischia di inficiare i successi terapeutici della trapiantologia d'organo, della terapia dei tumori, della chirurgia avanzata, delle terapie modulanti la risposta immunitaria ecc. Di fronte a tale emergenza, che rappresenta la punta di un iceberg biologico assai piu' vasto e complesso, e' necessario che la terapia antibiotica sia sempre piu' governata da professionisti di massima qualita' scientifica e non piu' lasciata in mano a consuetudini, convinzioni e refusi del passato. L'era post antibiotica e' ancora lontana; ma le popolazioni microbiche sono abituate da milioni di anni ad aspettare con pazienza".
"Il problema dell'antibiotico resistenza ha una portata globale e potenzialita' enormemente gravi. Bisogna affrontarlo- ammonisce Giovanni Rezza, Direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell'Istituto Superiore di Sanita'- in maniera decisa con diverse strategie. Da una parte si deve limitare l'abuso di antibiotici nel mondo animale: cio' garantirebbe un effetto di contenimento delle resistenze anche tra gli esseri umani. Dall'altra bisogna affrontare il problema direttamente nelle comunita' umane, sia in ambito ospedaliero che nella societa'".
"Quest'ultimo aspetto e' particolarmente rilevante, in quanto e' necessario impedire l'auto-somministrazione di antibiotici ed evitare un uso spropositato di alcune molecole che andrebbero riservate esclusivamente all'uso ospedaliero. L'ospedale gia' di per se' amplifica l'antibiotico resistenza, specialmente in alcuni reparti dove ci sono i pazienti piu' fragili e sottoposti a terapie invasive. Occorre adottare- continua Rezza- tutte quelle misure preventive, a partire dal lavaggio delle mani, che permettono di limitare la diffusione dei ceppi antibiotico resistenti".
"Esiste una forte correlazione- dichiara Marco Tinelli, Direzione Nazionale SIMIT - Societa' Italiana di Malattie Infettive e Tropicali- tra le malattie che si possono contrarre in ospedale e l'uso smodato che spesso si fa degli antibiotici. Purtroppo infatti e' in corso un'escalation delle resistenze e ogni volta si utilizzano antibiotici di livello piu' elevato, vanificando l'uso di molte molecole. Si arriva talvolta all'associazione di piu' antibiotici per debellare una patologia. Il rischio e' che i risultati di ricerche di molti anni svaniscano in pochi mesi. E' assolutamente indispensabile fare rete. Specialisti, ISS e Ministero della Salute sono gia' al lavoro per favorire queste sinergie. Ci deve essere una forte iniziativa di formazione, una decisa aderenza di tutto il personale sanitario e la consapevolezza della popolazione- conclude Rezza- per arrivare a un uso consapevole degli antibiotici".
"L'infettivologo- aggiunge il prof. Massimo Galli Presidente SIMIT- e' la figura professionale in ambito medico a cui competono le seguenti funzioni. Deve suggerire le modalita' generali di impiego clinico degli antibiotici; definire le strategie terapeutiche nei casi di maggior complessita'; indicare l'uso, in caso di necessita', delle molecole di ultima generazione per contenere il rischio e facilitare la rapida individuazione di nuovi fenomeni di resistenza. La sua presenza- conclude Galli- negli ospedali e come consulente a livello territoriale va implementata, a garanzia di una possibile inversione della tendenza che ci vede oggi tra i paesi europei in cui la resistenza antimicrobica e' piu' diffusa. E da Milano il 18 Dicembre partono Gli Stati Generali dell'Infettivologia con le linee programmatiche per il 2018".
(Red/ Dire)