(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 12 apr. - "I pazienti sono i primi esperti da considerare. Dobbiamo porci il problema di come presentare i loro interessi e i loro punti vista". Sara' questo l'obiettivo che guidera' il lavoro di Primiano Iannone, direttore del Centro Nazionale per l'Eccellenza clinica, la qualita' e la sicurezza dell'Istituto superiore di Sanita' (Iss), responsabile della revisione della linea guida 21 su 'Il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti", intervenuto alla conferenza stampa a Montecitorio, promossa dall'onorevole Paola Binetti, per fare il punto sul disturbo.
- Come si strutturera' questo compito di revisione? "Dovremmo interpretare quello che la legge scrive. L'Istituto superiore di sanita' e il centro che dirigo dovranno valutare e decidere se le linee guida prodotte da societa' scientifiche di ricerca sono di adeguata qualita' metodologica, per poter essere inserite nel Sistema nazionale delle linee guida- spiega Iannone, intervistato dalla Dire- Dovranno rappresentare una specie di punto di riferimento per le scelte cliniche fatte da medici, da decisori politici ma anche per gli stessi pazienti che possono essere toccati da queste raccomandazioni". Iannone aggiunge: "Direi che e' un compito molto importante, perche' non esiste a livello internazionale uno sforzo di questo tipo, perche' le linee guida vengono prodotte anche in eccesso e non sempre sono di buona qualita' metodologica. Lo sforzo e', invece, quello di garantire soltanto quelle meritevoli e le migliori a disposizione, tenendo conto che non dobbiamo considerare le linee guida delle regole assolute di comportamento. C'entra sempre la questione della valutazione del caso singolo. Sono raccomandazioni cliniche che il medico potra' seguire oppure no, a seconda dei casi. Le linee guida- chiarisce l'esponente dell'Iss- devono mettere il medico in condizione di scegliere meglio ed informare meglio i pazienti quando c'e' una decisione da prendere".
- La linea guida 21 in che modo sara' rinnovata? "Intanto non e' una linea guida facile da rinnovare perche' parliamo di una malattia particolare. Normalmente nelle linee guida dovrebbe esserci anche il punto di vista del paziente- fa sapere Iannone- ma in questa situazione e' abbastanza difficile. Questo non vuol dire che non si possa e non si debba cercare in tutti i modi il punto di vista dei pazienti. Sara' una difficolta' ulteriore, quella di portare anche loro al centro, perche' in fondo una buona linea guida deve rispondere alle domande di salute dei cittadini e dei pazienti. I medici possono affiancare questa scelta, ma non possono arrogarsi il diritto di avere l'egemonia su tali questioni. Quindi- rimarca l'esperto- e' una linea guida particolarmente complicata, ci ispireremo alle migliori metodologie presenti a livello internazionale per garantire la trasparenza totale di tutto il processo e l'indipendenza assoluta di chi formulera' queste raccomandazioni. Ci saranno degli esperti clinici, ci saranno dei metodologi, ci saranno dei rapprersentanti dei pazienti e dei genitori. Tutti coloro che in qualche modo potranno essere interessati da queste raccomandazioni devono essere rappresentati. Dopodiche', le metteremo a disposizione dei cittadini e sentiremo cosa ne pensano. Tutto e' perfettibile ma l'idea e' questa". Dovrete fronteggiare due grandi sfide, quella relativa a tutto l'arco della vita dei soggetti con autismo e l'altra che riguardera' la necessita' di aprire ad una maggiore complessita' di approcci terapeutici.
- Come le affrontera'? "Penso che, come approccio metodologico generale, lascerei un'ampia liberta' a tutti gli specialisti di discutere di questi argomenti- risponde Iannone- di fare le scelte migliori, sempre pero' traguardandole dal punto di vista dei pazienti. Verra' abbandonato qualsiasi aspetto speculativo che puo' avere un interesse specifico per la ricerca e poco per la vita pratica. Mi piacerebbe, non solo per l'autismo ma per tutte le malattie, smetterla di classificare le persone malate come aggettivi.
Dobbiamo parlare di persone con disturbo autistico, come dobbiamo parlare di una persona con diabete e non di una persona diabetica o di una persona cardiopatica. Detto questo- prosegue il medico- la difficolta' risiede nel fatto che parliamo di interventi complessi, dove non esistono interventi farmacologici (o ne esistono molto pochi) e quindi bisognera' valutare l'impatto che i modelli organizzativi, anche complessi, possono avere nel rendere la vita di queste persone migliore. C'e' questa difficolta' ulteriore- ammette- ma non e' impossibile fare delle buone raccomandazioni cliniche.
Occorre, pero', crearsi dei punti di riferimento, scegliersi degli indicatori condivisi con i malati e con i genitori e darsi un tempo per andare a valutare quell'effetto che queste raccomandazioni hanno subi'to. Ecco la strada che possiamo percorrere. Come Iss noi saremo garanti del processo, daremo tutto il supporto logistico e scientifico che potra' servire, faremo in modo che tutti i portatori di interesse possano sedersi intorno a un tavolo ed esprimere i propri punti di vista, ma non entreremo mai nelle scelte che potranno fare".
- Terrete in considerazione gli articoli pubblicati sulle riviste scientifiche internazionali? "Assolutamente si'- conferma Iannone- saranno sottoposte a un vaglio rigoroso, nel senso che utilizzeremo dei criteri di valutazione della qualita' dell'evidenza per scegliere gli articoli migliori. D'altra parte la qualita' dell'evidenza da sola non basta per fare una buona raccomandazione clinica.
Bisogna pensare a quelli che sono i benefici e i rischi- spiega il responsabile dell'Iss- quindi fare un bilancio comprensibile di fronte a delle scelte e a delle azioni terapeutiche per decidere se e' meglio l'intervento A piuttosto che l'intervento B. Bisogna tener conto, soprattutto in questo caso, dei valori e delle preferenze dei malati e poi, visto che facciamo una linea guida che ha un ambito nazionale, dovremmo anche parlare in termini di costi. Fra interventi con costi diversi, occorre anche ragionare in termini di efficacia relativa e di costo-efficacia. Interventi a maggiore costo-efficacia saranno sicuramente preferibili a interventi di nulla o minore costo-efficacia e questo nella maniera piu' trasparente e pubblica possibile.
Saremmo fortunatamente favoriti- rassicura il medico- poiche' in questa situazione non ci sono grosse spinte commerciali in ambito farmacologico, dove molto spesso si finiscono per creare delle situazioni ambigue o poco comprensibili da parte degli utenti, e dove non si sa bene queste raccomandazioni con che spirito vengano prodotte.
- Quali saranno i tempi di realizzazione delle nuove linee guida per l'autismo? "Produrre una linea guida di questa complessita' normalmente richiede almeno dai 18 ai 24 mesi se non vogliamo fare le cose in fretta. È chiaro che poi, avvalendoci della possibilita' di evidenze gia' accumulate, potremmo probabilmente limare qualche mese- conclude- pero' considerata la complessita' particolare credo che sara' difficile scendere sotto questo livello".
(Red/ Dire)