(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 21 set. - "Estendere l'uso del Sofosbuvir, il nuovo farmaco che annulla la presenza del virus dell'epatite C nel sangue, a tutti i malati che ne abbiano l'indicazione clinica - e non solo ai casi piu' gravi - in modo da eradicare il virus". È quanto propone un ordine del giorno approvato all'unanimita' dal Consiglio nazionale FNOMCeO, riunito nei giorni scorsi a Bari, che da' mandato al Comitato centrale "di intervenire presso il ministero della Salute per perseguire con ogni mezzo il conseguimento di atti legislativi e giuridici capaci di estendere l'accesso alle terapie anti epatite C per tutti gli aventi indicazione clinica e diritto".
In che modo? La FNOMCeO richiama all'accordo Trips del 1994 e alla successiva dichiarazione di Doha del 2001, che prevedono la cosiddetta "licenza obbligatoria". "In altre parole, vista la situazione d'emergenza per la Salute pubblica, potrebbero esserci le condizioni affinche' lo Stato chieda, pagando una royalty alla casa farmaceutica, di poter produrre il generico, ovviamente a un prezzo inferiore. Sono oltre un milione, in Italia, i pazienti portatori cronici del virus dell'epatite C, di cui 330 mila con cirrosi. L'Italia ha il primato in Europa per numero di soggetti positivi al virus e per mortalita' da tumore primitivo del fegato".
Di seguito, l'Ordine del Giorno approvato dal Consiglio nazionale all'unanimita' dei presenti: "Gli alti costi del farmaco Sofosbuvir che annulla la presenza nel sangue del virus dell'epatite C in modo da evitare l'evoluzione in cirrosi e tumori epatici sta creando una grande discriminazione tra pazienti gravi, che hanno accesso alle cure a carico del Servizio sanitario nazionale e pazienti in fase iniziale di malattia che vedono negare queste possibilita' fino all'aggravamento della patologia. Questa condizione di profonda ingiustizia sociale e disequita' nell'accesso alle cure e' eticamente non tollerabile soprattutto quando e' in gioco il diritto alla tutela della salute come previsto dalla nostra Costituzione. Non e' tollerabile che la determinazione del costo delle innovazioni sia lasciato esclusivamente all'economia di mercato e che un farmaco il cui costo di produzione e' inferiore a 200 euro venga fatto pagare oltre 30mila euro per un mero fatto monopolistico / brevettuale in rapporto alla ricchezza di ciascun paese, inibendo l'accesso al beneficio di migliaia di cittadini".
Il Consiglio nazionale della FNOMCeO, riunito a Bari il 16 settembre 2016, all'unanimita' impegna il Comitato centrale ad intervenire presso il ministero della Salute per perseguire con ogni mezzo il conseguimento di atti legislativi e giuridici capaci di estendere l'accesso alle terapie anti epatite C per tutti gli aventi indicazione clinica e diritto.
Pur nel giusto riconoscimento del diritto dell'industria farmaceutica, quando sono in campo la tutela della salute e costi sostenibili per il Servizio sanitario nazionale, il principio etico deve prevalere su ogni altro diritto, ancor piu' se commerciale.
La FNOMCeO esprime la propria disponibilita' ad una raccolta di firme a sostegno di una campagna di pubblica utilita' per l'affermazione di quanto previsto dall'accordo Trips del 1994 e dalla dichiarazione di Doha del 2001 (licenza obbligatoria).
(Wel/ Dire)