(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 26 ott. - Evasione contributiva di 40 miliardi di euro, definizione delle competenze dello Stato e degli operatori privati in tema di sanita', integrazione delle risorse tra i due attori, unire la deducibilita' di previdenza e assistenza sanitaria, questi alcuni dei punti salienti affrontati nei tavoli tecnici con circa cinquanta tra i principali stakeholder del settore sanitario, previdenziale e socio-assistenziale che si sono confrontati attivamente sulle opportunita' derivanti da una maggiore integrazione tra welfare pubblico e intervento privato.
L'iniziativa, organizzata dal Gruppo Unipol, rientra del progetto "Welfare, Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali" e ha preso le mosse da due studi che hanno approfondito, da un lato, le modalita' operative, strategiche e finanziarie attraverso le quali realizzare tale integrazione in campo sanitario e socio-assistenziale; dall'altro, gli strumenti necessari per garantire sostenibilita' e maggiore equita' al sistema di welfare, anche attraverso un plafond unico di deducibilita' per tutte le forme di welfare e l'individuazione di nuove sinergie degli attori privati nel loro rapporto con il sistema pubblico.
In particolare, lo studio realizzato dall'Osservatorio consumi privati in Sanita' di Sda Bocconi ha evidenziato come oggi risulti piu' difficile tracciare una divisione netta tra pubblico e privato per quanto attiene a responsabilita' e meccanismi di soddisfacimento dei bisogni in tema di welfare sociosanitario.
L'idea di fondo e' che per rispondere alle nuove esigenze dettate dalla complessita' dei bisogni e dal relativo ampliamento dello specchio di servizi in grado di soddisfarli, sia necessario realizzare una virtuosa integrazione a diversi livelli, da quello finanziario alla fase intermedia della presa in carico del paziente, fino all'erogazione delle singole prestazioni.
Il welfare integrato e' anche al centro del secondo studio commissionato dal Gruppo Unipol ad Itinerari previdenziali, nel quale si delinea un possibile percorso di intervento sul sistema, a partire da una regolamentazione piu' omogenea che preveda l'estensione dei benefici fiscali a quella parte del welfare - la sanita' integrativa - che oggi appare penalizzata rispetto alla previdenza complementare. Da qui la necessita' di introdurre un plafond unico di deducibilita' per tutte le spese di welfare da usare a seconda dei bisogni e l'ipotesi, come gia' avviene in molti Paesi, di dedurre tutte le spese senza intermediazione (es. servizi domestici, piccola manutenzione) con un conseguente recupero fiscale e risparmi concreti per le famiglie. Inoltre occorre giungere ad una legge quadro sulla sanita' integrativa, che faccia ordine laddove oggi non ci sono regole e i controlli sono scarsi.
Questi e molti altri temi saranno approfonditi ulteriormente nell'ambito dell'annuale appuntamento pubblico di "Welfare, Italia", che si terra' a Roma, il prossimo 29 novembre, presso la Sala della Scherma del Foro italico, dal titolo "White Economy: innovazione e crescita. Energie pubbliche e private per i nuovi modelli di welfare".
(Wel/ Dire)