De Curtis: Ma al Sud tasso e' 30% piu' alto che al Nord
(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 30 nov. - "La fase neonatale, ovvero quella relativa al primo mese di vita, e' il periodo piu' delicato nella vita di un individuo. Negli ultimi anni, grazie al miglioramento delle conoscenze e delle tecnologie, abbiamo avuto una notevole diminuzione della mortalita' che oggi ha raggiunto dei livelli senza dubbio migliori di altri Paesi avanzati, come Francia, Germania e Regno Unito". A dirlo e' Mario De Curtis, direttore dell'Unita' di Neonatologia, Patologia e Terapia intensiva neonatale dell'Umberto I di Roma, che ha aperto la due giorni del Convegno internazionale di Neonatologia e Terapia intensiva neonatale.
"In molte Unita' di Terapia intensiva neonatale- aggiunge- si ottengono risultati paragonabili ai migliori centri internazionali, ma va anche detto che in Italia esistono delle profonde diseguaglianze e che la mortalita' neonatale nelle regioni meridionali e' del 30% piu' elevata rispetto al Nord. Un aspetto che sicuramente dovra' essere corretto presto".
Le cause di questa situazione "sono legate a un problema di tipo organizzativo: soprattutto al Sud sono ancora troppi i piccoli reparti di maternita'. Basti pensare che circa 40mila neonati, pari all'8% di tutti i nati in Italia, vengono al mondo in piccole strutture dove si registrano meno di 500 parti all'anno: molto spesso- conclude De Curtis- non hanno attrezzature e personale idonei ad affrontare situazioni di emergenza per la mamma e per il bambino".
(Wel/Dire)