Con diagnosi precoce si possono individuare biomarkers non invasivi
(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 31 mar. - Una delegazione dell'Istituto scientifico internazionale Paolo VI sara' presente al congresso mondiale di endocrinologia Endo2016 a Boston dall'1 al 4 aprile dove presentera' una ricerca sull'endometriosi che permette di identificare e validare specifici biomarkers non invasivi grazie a una diagnosi precoce.
Ne da' notizia una nota stampa dell'istituto diffusa dalla stampa cattolica, che spiega come i risultati della ricerca su questa patologia, che riguarda il 10% delle donne in eta' riproduttiva, documentino "l'aumento di sei proteine infiammatorie e l'assenza di 26 proteine presenti nelle donne sane fertili. Questi dati- si legge ancora nella nota- confermano che l'infiammazione sia il link fra l'endometriosi e la sterilita'. Si tratta di un punto cruciale per ridurre i tempi di diagnosi e cosi' prevenire le ripercussioni negative dell'endometriosi sulla fertilita' femminile".
La ricerca e' stata coordinata da Riccardo Marana, direttore dell'Isi Paolo VI, e svolta in collaborazione con Massimo Castagnola, direttore Istituto chimica e biochimica clinica.
L'istituto di ricerca su fertilita' e infertilita' umana e' una Fondazione voluta nel 2001 da universita' cattolica del Sacro Cuore, Istituto Giuseppe Toniolo e Fondazione vaticana Paolo VI per la cultura cattolica in Italia.
L'attuale presidente Ombretta Fumagalli Carulli e' stata designata dal Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin. Il laboratorio dell'Isi, di recente totalmente rinnovato, verra' inaugurato il prossimo 6 aprile dal Segretario di Stato.
Obiettivo dell'istituto e' promuovere la ricerca su fertilita' e sterilita' umana, identificando percorsi diagnostico-terapeutici alternativi alla fecondazione in vitro, e diffondere i metodi naturali di regolazione della fertilita'.
(Wel/ Dire)