(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 31 mar. - "Abbiamo avuto un ottimo confronto con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin che ringrazio anche per la disponibilita' dimostrata acceTtando di fare un'analisi a 360 gradi proprio nella sede della Conferenza delle Regioni". Cosi' Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni, in merito all'incontro avuto nei giorni scorsi dai governatori con il ministro Lorenzin.
"Ci siamo confrontati su molte questioni- ha spiegato Bonaccini- entrando nel merito di ogni singolo tema: dai Lea, al personale, alle risorse, condividendo una linea ed un principio: non sono solo piu' risorse che fanno qualita' e quantita' dei servizi in sanita'. Se cosi' fosse e dovessimo considerare gli incrementi degli ultimi anni, i servizi sanitari avrebbero dovuto registrare netti miglioramenti in tutte le Regioni".
Ha proseguito il presidente della Conferenza delle Regioni: "Detto questo, non possiamo pero' arretrare: siamo gia' riusciti a trovare una prima intesa con il ministero e con il governo, che prevede che il fondo sanitario non rimarra' fermo a 111 miliardi di euro fino al 2019, ma dovra' progressivamente aumentare anche nei prossimi anni. Su questo abbiamo registrato una condivisione piena fra ministero e Conferenza delle Regioni, con il comune obiettivo che il finanziamento serva a mantenere la qualita' delle prestazioni sanitarie o ad aumentarla laddove serva". Tra qualche mese, ha fatto sapere ancora Bonaccini, "rifaremo un altro confronto con il ministro che si e' gia' reso disponibile, perche' la sanita' e' fondamentale per la tutela del diritto alla salute dei cittadini e perche' rappresenta da sola in media tre quarti dei bilanci regionali".
Ha aggiunto il presidente della Conferenza delle Regioni: "Anche per questo abbiamo detto ai presidenti che si dovrebbero diffondere maggiormente le esperienze positive di alcune best practice puntando su un progressivo miglioramento dell'efficienza dei servizi in tutte le aree del paese. Penso, ad esempio, ad una esperienza come quella dell'Emilia-Romagna, che sulla questione liste d'attesa e' riuscita in sei mesi ad arrivare al 97% di erogazione delle prestazioni cosiddette di 'prima fascia' entro il primo o secondo mese. Buone pratiche di questo genere possono, anzi devono diventare una motivazione comune, una linea di traguardo che, anche se non immediatamente, porti un po' tutte le Regioni- ha concluso Bonaccini- a migliorare e a colmare i divari esistenti".
(Wel/ Dire)