Nel 2015 ci sono stati 366.000 nuovi casi e 175.000 decessi
(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 18 mag. - Il numero degli italiani con una diagnosi di tumore (recente o lontana nel tempo) continua a crescere: erano 2.600.000 nel 2010 e 3 milioni nel 2015, con un aumento del 20% nel corso di cinque anni. Di questi 3 milioni, una persona su quattro puo' considerarsi 'gia' guarita' perche' e' tornata ad avere un'aspettativa di vita simile a quella della popolazione generale, cioe' di chi non ha mai avuto una diagnosi di tumore. La maggioranza delle persone guarite dal cancro non torna ad una vita normale e nell'insieme costituisce la nuova 'disabilita' di massa', con conseguenti impatti negativi non soltanto sul piano sanitario ma anche sociale, lavorativo ed economico. Sono alcuni dei dati contenuti nell'VIII rapporto annuale dell'Osservatorio sulla condizione assistenziale dei pazienti oncologici della Favo (Federazione italiana delle associazioni di volontariato in Oncologia), in collaborazione con il Censis, presentato nei giorni scorsi a Roma nella Sala degli Atti Parlamentari-Biblioteca Spadolini del Senato.
"Una volta superata la fase acuta- emerge dal rapporto- le persone guarite si sottopongono soltanto a controlli in grado di anticipare la diagnosi di un'eventuale ricaduta della malattia, trascurando tutti gli aspetti relativi: alla riabilitazione oncologica che non e' soltanto fisica ma anche nutrizionale, psicologica, cognitiva e sessuale; alla prevenzione terziaria che riguarda la comparsa di secondi tumori (nel 15% di questa fascia di popolazione); comparsa di complicanze tardive di carattere cardiologico, respiratorio e gastrointestinale anche a distanza di anni, conseguenti ai trattamenti chirurgici, chemioterapici e radioterapici subiti".
SONO 366.000 I NUOVI CASI TUMORE NEL 2015, 175.000 I DECESSI - Nel 2015 in Italia sono stati diagnosticati 366.000 nuovi casi di tumore, i decessi sono stati 175.000 e i pazienti in cura sono stati 3 milioni. Il 27% degli italiani colpiti da tumore puo' essere definito guarito e la sopravvivenza a cinque anni e' passata dal 39% nel 1990-1992 al 57% nel 2005-2007.
ANTITUMORALI, COSTO MEDIO AL GIORNO 203 EURO - Ad oggi sono disponibili ben 132 farmaci antitumorali e negli ultimi 15 anni ne sono stati immessi sul mercato 63. Ma solo una sostanza su 10.000 supera le prove necessarie per essere approvata, non piu' di due farmaci su 10 consentono di ammortizzare i costi di ricerca e sviluppo, e gli investimenti possono superare un miliardo di euro per farmaco. Anche i costi di trattamento sono cresciuti: il costo giornaliero medio di un farmaco antineoplastico e' aumentato infatti da 42,20 euro nel periodo 1995-1999 a 203,47 euro nel periodo 2010-2014. Il costo medio di una terapia complessiva e' passato da 3.853 euro nel 1995-1999, a 44.900 euro nel 2010-2014. La spesa per farmaci oncologici in Italia e' passata da circa un miliardo nel 2007 a 2 miliardi e 900 milioni nel 2014.
2,4 MLN ITALIANI VIVE CON DIAGNOSI PREGRESSA - "I nuovi farmaci, uniti alla possibilita' di diagnosi sempre piu' precoci, hanno cambiato i numeri delle patologie oncologiche e reso la guarigione un traguardo sempre piu' raggiungibile. Secondo i dati pubblicati nel 2014 dall'Airtum (Associazione italiana registri Tumori), circa 2,4 milioni di italiani, pari al 4,4% della popolazione, vivono con una diagnosi pregressa di tumore. Di questi il 60% (vale a dire il 2,7% del totale della popolazione) sono lungosopravviventi, cioe' pazienti che hanno avuto la diagnosi da piu' di cinque anni. Ma il dato piu' rappresentativo degli effetti del progresso e' che il 27% delle persone che vivono dopo una diagnosi di tumore ha raggiunto un'aspettativa di vita simile a quella di chi non ha mai convissuto con una simile patologia". Lo ha detto il presidente della Federazione italiana delle associazioni di volontariato in Oncologia, Francesco De Lorenzo.
"Il bisogno di salute del paziente- ha proseguito- con una diagnosi di neoplasia e' superiore a quello della popolazione generale anche dopo la debellazione della malattia e persiste a lungo nel tempo, in ragione delle caratteristiche peculiari delle patologie oncologiche, dei loro effetti e delle specifiche risposte terapeutiche ed assistenziali: elevato rischio di ricaduta; presenza di comorbidita' e condizione di stress; possibile tossicita' a lungo termine dei trattamenti farmacologici e della radioterapia; rischio di insorgenza di seconde neoplasie; possibile riduzione della fertilita'". Ma guarire oggi non puo' voler dire solo aver vinto la personale battaglia contro la malattia. "Alla multidimensionalita' della condizione di salute- ha aggiunto De Lorenzo- corrisponde la complessita' della guarigione. Si e' guariti quando e' ristabilita la piena interazione della persona nel suo contesto sociale e quando vengono ripristinate le condizioni di vita presenti prima dell'insorgenza della malattia- ha concluso- e se vi e' il recupero della condizione di benessere fisico, psichico e sociale".
(Wel/ Dire)