1 SU 4 va dal medico dopo dolore che dura da una settimana
(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 11 mag. - Il problema clinico del dolore ha raggiunto proporzioni di rilievo: nell'ultimo anno, infatti, si stima che il dolore abbia causato oltre 10 milioni di accessi al pronto soccorso e piu' del 60% delle richieste di consulto al medico di medicina generale. Sono alcuni dei dati raccolti dall'Osservatorio sul dolore acuto, progetto promosso dalla Simg (Societa' italiana di Medicina generale e delle cure primarie) e dalla Simeu (Societa' italiana di medicina di emergenza urgenza), e presentati nei giorni scorsi a Roma alla biblioteca 'Giovanni Spadolini' del Senato.
"Ogni anno in Italia- ha detto Andrea Fabbri, direttore del Centro studi e ricerche Simeu- si stima che il 50% delle persone si rivolgano al Pronto soccorso a causa del dolore. Tra le conclusioni della raccolta dati, che ha preso in considerazione 865.000 diagnosi per tre patologie guida in 16 pronto soccorso italiani, emerge che il trattamento precoce del dolore contribuirebbe certamente a un significativo risparmio in termini di ore di sofferenza per il paziente, oltre che a un miglioramento della prognosi. Ad esempio, per i pazienti colpiti da colica renale, un anticipo di venti minuti nella somministrazione della terapia consentirebbe un risparmio- ha concluso- di oltre 4.000 ore/dolore annue".
UNO SU QUATTRO VA DA MEDICO PER DOLORE DA MENO SETTE GIORNI - "Secondo quanto rilevato da una ricerca osservazionale in medicina generale sulla gestione del dolore moderato-severo acuto e cronico, il 24,8% degli assistiti accede allo studio del medico di famiglia per un dolore che dura da meno di una settimana, mentre un ulteriore 27,8% per un dolore che dura meno di un mese". Lo ha detto Pierangelo Lora Aprile, responsabile area Dolore Simg.
"Gli accessi allo studio del medico di medicina generale a causa del dolore- ha proseguito- secondo uno studio pubblicato sul 'Journal of Public Health', sono il 60%. Tra le principali cause di dolore vi sono i disturbi relativi alle tre macro-aree- ha concluso- lombalgia (78%), cefalea (16%) e coliche renali (5%)".
SIMEU-SIMG: INSIEME PER OTTIMIZZAZIONE CURA - "L'attivita' pilota svolta in collaborazione tra le due societa' scientifiche Simg e Simeu, circoscritta a tre patologie in cui il dolore ha un ruolo particolarmente rilevante, ha dato risultati interessanti, pur riguardando una casistica pari al 5% dell'utenza totale dei pronto soccorso coinvolti. Certamente lo sviluppo dell'interazione fra i due ambiti della medicina generale e della medicina di emergenza-urgenza, puo' produrre strumenti importanti per l'ottimizzazione dei percorsi di cura rivolti alla popolazione, in particolare, come in questo caso, per tutte le patologie in cui il dolore e' uno dei sintomi principali". Lo ha detto Maria Pia Ruggieri, presidente della Societa' italiana di medicina di emergenza urgenza.
"Il progetto 'Osservatorio dolore acuto'- ha aggiunto Claudio Cricelli, presidente della Simg- si propone in ottemperanza al decreto recentemente approvato dalla Camera e attualmente in discussione al Senato sulle 'Disposizioni in materia di responsabilita' professionale del personale sanitario' relative alle 'buone pratiche clinico-assistenziali e raccomandazioni previste dalle linee guida elaborate dalle societa' scientifiche', di fornire un contributo significativo alla stesura delle linee guida- ha concluso- sul trattamento del dolore acuto".
ISS: LEGGE C'È, MA ALCUNI OSPEDALI INDIETRO - "I cittadini italiani, quando vanno al pronto soccorso, in larga parte lo fanno perche' stanno male e perche' hanno un dolore. E stiamo parlando di milioni di cittadini che durante tutti i giorni dell'anno vi si recano per risolvere i loro problemi. Oggi la tecnologia puo' risolvere questi problemi, soltanto che molto spesso non lo fa per motivi organizzativi, culturali e finanziari. La legge sul dolore ce l'abbiamo, a questo punto si tratta solo di accelerare per dare soluzioni ai cittadini. In questo senso, sia le societa' scientifiche che oggi hanno presentato i dati sia le istituzioni pubbliche come l'Istituto superiore di sanita', Aifa e Agenas, lavorano insieme per farlo". Cosi' Walter Ricciardi, presidente dell'Istituto superiore di sanita' e direttore dell'Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane. "Riuscire a intervenire prima sul dolore- ha proseguito- puo' rappresentare anche un risparmio sul lungo periodo. Si devono allora usare tutte le armi che abbiamo a disposizione: e' chiaro che prevenire e' sempre meglio, pero' quando poi il cittadino ha dolore e ha bisogno di un intervento specifico a volte, soprattutto in alcune Regioni, questo non viene fatto perche' non ci sono i farmaci, non c'e' il personale e c'e' una mancanza di attenzione a questo aspetto. Insomma c'e' un atteggiamento reattivo piuttosto che proattivo al problema. E questo non va bene, soprattutto perche' noi sappiamo invece che i problemi possono essere risolti. L'ospedale senza dolore e' una realta' fattibile, in America, per esempio, questo e' assolutamente scontato. Allora lo ripeto: in Italia la legge per far si' che questo avvenga c'e', ma ci sono ospedali che stanno un po' piu' avanti e altri- ha concluso- che sono molto molto piu' indietro su questo aspetto".
(Wel/ Dire)