(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 27 lug. - "Nessuno dice 'no' all'uso terapeutico della cannabis sotto controllo medico, ma questa e' cosa ben diversa dalla coltivazione diretta di piantine di cannabis nella terrazza o nel giardino di casa propria". Lo dichiara la deputata di Area Popolare Paola Binetti, intervenendo nei giorni scorsi nel corso della discussone generale in Aula.
E' cominciato in Aula il dibattito sulla legalizzazione della cannabis, "molte le ragioni del no e altrettanto numerose le ragioni del 'si'', con punti di vista diversi e spesso decisamente contrastanti", sottolinea Binetti. Il 'si'' convinto alla cannabis per uso terapeutico "e' di fatto gia' reso possibile dalla legge 38/2010 sulle cure palliative, che prevedeva la creazione di reti per la terapia contro il dolore e apriva a un uso piu' facile della cannabis per questo scopo concreto".
Per la deputata esiste "una cannabis che cura e una cannabis che fa star male, perche' e' da li' che inizia un lungo itinerario di disagio fisico e di sofferenza psicologica che puo' concludersi con la morte del soggetto per overdose di altre droghe. Si comincia ad assumere droghe per liberarsi di qualche problema e si finisce nel tunnel oscuro della droga da cui diventa molto difficile uscire". Spalancare la porta per far entrare tanti giovani "al supermarket della droga, offrendola a prezzi e condizioni stracciate, incoraggiandone la coltivazione personale definisce un orizzonte di irresponsabilita' sociale di cui si pagheranno care le conseguenze".
Qualcuno in questo modo "pensa di sottrarre alla criminalita' organizzata il mercato lucroso della droga, ma probabilmente- prosegue Binetti- avremo prima un doppio canale e poi si tornera' ad un canale preferenziale in cui si saranno depotenziati i meccanismi di controllo e di difesa. Per questo- conclude- continueremo a batterci per sostenere la necessita' di un'azione di prevenzione".
(Wel/Dire)