(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 20 lug. - "Ringraziamo una samaritana", una donna di 60 anni, milanese, che, rimanendo anonima, ha donato il proprio rene ed ha innescato una catena virtuosa che portera' a salvare quattro vite. La catena di trapianti incrociati di rene da vivente e' stata illustrata dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e dal direttore del Centro nazionale trapianti, Alessandro Nanni Costa, nell'auditorium del ministero, a Roma.
Non e' un caso isolato, un precedente risale allo scorso anno. Per quanto riguarda questo secondo caso, il 5 luglio alle 6.10, la donazione e' stata effettuata in un centro della Lombardia e da quel momento e' partita l'organizzazione che ha riguardato quattro donatori e quattro pazienti che invece hanno ricevuto il trapianto.
La catena e' durata effettivamente 33 ore e mezza e ha coinvolto il coordinamento nazionale (Cnt), il coordinamento operativo (Cnto) nella gestione delle procedure di prelievo e trapianto, la fondazione Irccs Ca' Granda - Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, l'azienda ospedaliero-universitaria Pisana, l'Azienda ospedaliera universitaria senese, l'azienda socio sanitaria territoriale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e la Polizia di Stato che si e' occupata del trasporto degli organi tra Milano, Pisa e Siena, con una Lamborghini Huracan con cui sono stati percorsi 1.000 chilometri: un processo seguito in diretta tramite un gruppo di Whatsapp creato ad hoc dal Cnt Operativo per un aggiornamento costante.
Il ministro Lorenzin ha parlato, riferendosi alla donna di Milano che ha dato il via a questa catena, di un "gesto di solidarieta', un gesto di amore" con cui in poche ore "quattro persone hanno visto cambiare la loro vita. Questo gesto ha un grande significato, soprattutto in una giornata come questa. Ha un significato simbolico enorme. Dobbiamo preservare la nostra umanita', coltivarla, metterla a disposizione degli altri. È la risposta piu' bella e significativa di fronte ad atti cosi' osceni".
"Siamo qui a sottolineare l'importanza del dono di due persone- ha detto Nanni Costa- una di Milano, che fa seguito a quanto fatto da una signora di Pavia nell'aprile del 2015. Grazie a questo dono libero e spontaneo a uno sconosciuto da parte di una signora, abbiamo potuto trapiantare pazienti che avevano difficile trapiantabilita' e che hanno reso disponibile il loro donatore, un familiare, per un altro paziente, non familiare". In Italia, ha concluso Nanni Costa, "esistono gia' altri soggetti samaritani che sono allo studio. È una attivita' che potremo incrementare in prossimi anni".
(Wel/ Dire)