In Emilia-Romagna Aiop attacca: "E' limitazione a liberta' di cura"
(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 22 giu. - Ospedali privati dell'Emilia-Romagna in allarme: temono di perdere i pazienti che arrivano da altre regioni con gli ovvi negativi risvolti sui loro bilanci. Tutta 'colpa' di una "interpretazione molto restrittiva del comma 574 della Legge di stabilita' 2016" che limita le possibilita' di andare a curarsi in altre regioni. E' un "attacco alla liberta' di cura degli italiani", tuona l'associazione degli ospedali privati dell'Emilia-Romagna, l'Aiop, che sta gia' toccando con mano gli effetti di questa novita'. Infatti, la Valle d'Aosta "ha imposto con delibera il divieto di circolazione per i propri cittadini": chi vuol andare a guarire altrove deve chiedere il 'permesso' a una commissione. E cosi' alcune Ausl dell'Emilia-Romagna, quella di Romagna e quella di Modena, hanno avvertito gli ospedali privati che non rimborseranno spese mediche dei valdostani non autorizzati a curarsi in Emilia-Romagna. E la Valle d'Aosta potrebbe essere solo la prima a fare cosi'.
Lo stop ai 'viaggi della speranza' per guarire, dove si ritiene ci sia una sanita' migliore, potrebbe fare 'gola' alle Regioni "fortemente indebitate ed in piano di rientro a scapito di regioni come la nostra, e poche altre, che in questi vent'anni hanno dato prova di saper gestire la sanita'", avverte l'Aiop. E a rimetterci non saranno solo ospedali privati e pubblici ma anche l'indotto: ad esempio, le strutture in cui alloggiano i parenti dei malati. Per di piu' "l'Italia chiude i recinti regionali" dando lo stop alle trasferte mediche proprio mentre "l'Europa apre i confini nazionali alla liberta' di cura". L'Aiop ha informato di tutto i suoi 50 ospedali sparsi in regione in un'assemblea a Confindustria lanciando l'allarme e denunciando come la novita' sia "una grave violazione del dettato costituzionale sulla liberta' di scelta del luogo di cura".
Il presidente regionale Aiop, Bruno Biagi, ha riferito alle 50 strutture ospedaliere private l'esito di un recente colloquio avuto con i vertici della Regione. In viale Aldo Moro, l'Aiop "e' stata informata che si stava facendo strada, in conferenza Stato-Regioni, una visione restrittiva della possibilita' per i cittadini di potersi curare liberamente su tutto il territorio nazionale e, conseguentemente, di poter consapevolmente scegliere le strutture piu' adeguate e da loro considerate di eccellenza". E cosi', 'traduce' l'Aiop, ogni cittadino dovra' "superare ostacoli e filtri per potersi muovere all'interno del territorio nazionale". Il placet della commissione della Valle d'Aosta ne e' l'esempio.
Ma l'Aiop protesta anche perche' il meccanismo "premierebbe l'inefficienza di alcune regioni" che hanno i conti in rosso in sanita' a discapito di un sistema pubblico-privato che in Emilia-Romagna, "grazie alla sua eccellenza, ha permesso di attrarre nei propri ospedali un gran numero di italiani alla ricerca di qualita' e di servizi. Questo flusso ha sviluppato le possibilita' occupazionali e l'incremento di professionalita' che non e' lontano dal vero valutare in decine e decine di milioni di euro, favorendo quindi un ottimo livello di cura anche per i nostri cittadini". E poi c'e' appunto l'indotto, "che per le sue ricadute sulle attivita' economiche del territorio ha acquisito dimensioni rilevanti". Aiop chiede quindi un "forte impegno" della Regione (visto anche che Stefano Bonaccini presiede la Conferenza Stato-Regioni) a "difesa di un principio valido per se e le cui ricadute sul territorio sarebbero estremamente gravi". Alcuni candidati sindaco hanno gia' raccolto l'sos.
(Wel/ Dire)