Apid: Dopo un primo percorso il 40% ha una scrittura più ordinata
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 13 gen. - 'Dopo un percorso di Danza movimento terapia (Dmt), circa il 40% dei bambini con una diagnosi di disturbi specifici dell'apprendimento (Dsa) si sente più radicato a terra, riuscendo ad usare meglio la propria forza. A nostro avviso, questo risultato può presentare dei collegamenti interessanti con il potere appoggiare la scrittura sulla riga, trovando anche nello spazio del foglio, così come nel corpo, un riferimento su cui 'appoggiare' la grafia'. È uno dei risultati di una ricerca coordinata da Marina Massa e Anna Lagomaggiore, due danza movimento terapeute del gruppo di studio su 'Eta' evolutiva e disturbi di apprendimento' dell'associazione professionale italiana DanzaMovimentoTerapia (Apid). Un lavoro partito nel 2011 per verificare il contributo che la danza movimento terapia può offrire ai bambini con diagnosi di Dsa, e che dal 2013 al 2015 ha messo a punto un protocollo di intervento applicato su 55 minori con Dsa provenienti da tutto il territorio nazionale di età compresa tra i 7 e i 12 anni.
Il gruppo di studio è formato da danza movimento terapeute Apid (M. Battarra, F.Bergamini, F. Bucciero, S.Cagliani, R.
Cirrincione, C. D'Amato, E. Da Re, G. Fanara, A. Fossa, L. Le Piane, P. Pellegrino, M. Re, M. Petani, F. Rey, E. Serpe, A.
Zanolli) che hanno realizzato interventi di DMT sul territorio nazionale permettendo così la raccolta di un primo campione significativo di dati.
'I campioni di scrittura prelevati prima e dopo il ciclo con la danza movimento terapia presentano dei cambiamenti interessanti- proseguono le coordinatrici del gruppo studio- in circa il 40% dei casi si osserva al termine del ciclo una grafia più ordinata e organizzata dal punto di vista spaziale, con un segno più definito e modulato che rende la grafia più chiara su una linea che va da sinistra a destra e che si mantiene spazialmente costante senza scendere o salire'. Rispetto all'uso dello spazio generale e personale, continuano le coordinatrici, 'dopo 16 incontri è stato già possibile apprezzare un cambiamento in circa il 30%dei bambini, mentre in riferimento alla possibilità di sviluppare attenzione verso lo spazio si apprezza un cambiamento in circa il 20% dei minori'.
- Che cos'è l'apprendimento? 'È un processo complesso che si fonda su prerequisiti di natura non solo cognitiva. Il corpo non è avulso dall'atto conoscitivo ma ne è la base- spiegano Massa e Lagomaggiore in un video (https://www.youtube.com/watch?v=ilcjbkkU6EQ)-. Gli ultimi sviluppi delle neuroscienze e della psicobiologia rendono evidente che l'esperienza corporea è la matrice di tutte le acquisizioni, anche di quelle più evolute'. Nella valutazione dei Dsa 'manca quindi una visione a grandangolo del bambino- aggiunge Magda Di Renzo, responsabile del Servizio terapie dell'Istituto di Ortofonologia (IdO) e referente scientifico della ricerca dell'Apid sui Dsa- vengono considerati solo gli aspetti cognitivi relativi all'apprendimento della letto-scrittura e non c'è un'attenzione specifica alla dimensione affettiva e a come questa venga vissuta corporeamente dal minore. Ritengo che la ricerca dell'Apid possa, in sede valutativa, sia individuare dei parametri che pur non definendo la patologia definiscano una tipologia di bambino con una non totale armonia dell'uso del proprio corpo, che strumenti terapeutici per ovviare a queste difficoltà'.
- Cosa afferma la danza movimento terapia? 'Sappiamo che il modo in cui un bambino padroneggia le sue competenze motorie è strettamente connesso al suo sviluppo psicoevolutivo e affettivo. In questo panorama contemporaneo- denunciano le coordinatrici del gruppo di lavoro Apid- che scotomizza gli aspetti affettivi dalle prestazioni cognitive, bisogna ridare valore a quello che il corpo di questi bambini ci comunica della loro storia, che culmina a 7 anni con una diagnosi di Dsa. E nella loro esperienza psicocorporea questi bambini mostrano una carenza nella percezione del loro peso, del loro sentirsi radicati al suolo e nella percezione della loro chinesfera'.
- Quali, in particolare, i principali Dsa che avete riscontrato? 'In linea di massima il disturbo specifico di apprendimento più ricorrente nei gruppi di bambini che hanno seguito le attività di DMT è la Dislessia, ma incontrando i bambini soprattutto in ambito scolastico non ci è stato sempre possibile avere una conoscenza dettagliata della diagnosi di Dsa'. - Dopo quanto tempo dall'inizio della terapia Danza movimento terapia si notano i primi risultati? 'Il protocollo d'intervento messo a punto dal gruppo prevede un ciclo di 16 incontri a cadenza settimanale della durata di 50 minuti ciascuno. Il gruppo è formato da un minimo di 4 a un massimo di 8 bambini tra i 7 e i 12 anni e può essere omogeneo (tutti con Dsa) o disomogeneo. In quest'ultimo caso, almeno 1/3 del gruppo deve avere una diagnosi di Dsa. I bambini vengono osservati in entrata e in uscita attraverso una scheda di osservazione di alcuni parametri motori che in uno studio preliminare avevamo rilevato come deficitari nella loro esperienza corporea. Ci interessa vedere- precisano le esponenti dell'Apid- se l'esperienza offerta dalla danza movimento terapia, secondo i criteri stabiliti dal nostro protocollo, è in grado di promuovere dei cambiamenti nell'esperienza corporea di questi minori e come questi cambiamenti possano aiutarli nei loro specifici problemi di apprendimento. Al termine del ciclo di 16 incontri, più o meno dopo 4 mesi di lavoro con la DMT, mettendo a confronto i dati osservativi rilevati, è già possibile cogliere dei cambiamenti significativi rispetto ad alcuni parametri motori che hanno a che fare: con un maggiore radicamento e possibilità di sfruttare l'appoggio a terra; un migliore uso dello spazio generale e personale; lo sviluppo di una migliore attenzione verso lo spazio, sia concentrandosi e focalizzandosi su punti specifici che muovendosi includendo in modo multifocale più punti di esso'. - In questo lavoro quali emozioni si utilizzano di più? 'Emergono soprattutto sensazioni e stati fisici che possono essere considerati i precursori di emozioni che in questi bambini sembrano ancora passare molto attraverso ciò che si sente nel e con il corpo. Tali sensazioni e stati- spiegano le esperte- sono legati da un lato all'impulsività e alla difficoltà di controllo o all'incapacità di fermarsi, e dall'altro all'inibizione, al timore di muoversi e prendere spazio. In molti casi il lavoro di chi conduce si può centrare sul dare confini e un forte contenimento a quei bambini che faticano a controllarsi, oppure a sostenerli e incoraggiarli in modo che anche i più timorosi e inibiti possano ampliare la propria esperienza corporea e di relazione. Dopo i primi mesi di lavoro- ricordano Lagomaggiore e Massa- gli stati fisici d'irrequietezza o inibizione fanno emergere vissuti legati alla rabbia, all'aggressività e anche al senso di inadeguatezza spesso vissuto nella loro esperienza scolastica. Molto importante è quindi sostenere e dare fiducia alle risorse che questi bambini manifestano in un lavoro esplorativo, dando spazio anche alla loro possibilità di creare e scoprire proprio a partire dal corpo e dal movimento, aiutandoli a riappropriarsi della gioia di conoscere così spesso frustrata nella loro storia'.
- Quali sono i commenti dei bambini? 'Durante il percorso con la DMT i bambini cominciano a parlare di sé, si cimentano nello sforzo di comunicare cosa provano. Qualcuno si descrive e si disegna con un'accresciuta ricchezza di particolari che ci fa intuire un'evoluzione rispetto a una maggiore individuazione.
Qualcun altro può dare voce ai suoi desideri, e in molti casi a un senso di solitudine. Altri ancora cominciano a parlare delle loro difficoltà, a fermarsi e ad ascoltare. In generale, ci sembra di potere dire che offrire un lavoro con il corpo (nella DMT il movimento viene inteso come un canale attraverso cui esprimersi e fare scoperte su se stessi) non solo aiuta questi bambini a recuperare esperienze psico-corporee specifiche indispensabili per la loro crescita psicologica, ma li sostiene anche a ritrovare quella fiducia nelle proprie potenzialità espressive e comunicative che sono la molla per conoscere ciò che sta fuori di sé- concludono- con la fiducia di farsi capire mettendo in moto quel desiderio di imparare che in molti di loro è spesso inibito o bloccato'.
(Wel/ Dire)