(DIRE- Notiziario settimanale Sanita') Roma, 10 feb. - L'efficacia dimostrata dall'associazione nab-paclitaxel con gemcitabina come terapia di prima linea del carcinoma metastatico del pancreas sta aprendo nuovi scenari nel trattamento di questo tipo di tumore, con sequenze di terapia piu' strutturate. Al 'Gastrointestinal Cancers Symposium 2016' dell'Asco (American society of Medical Oncology), a San Francisco, sono stati presentati i risultati di diversi studi su combinazioni che utilizzano Abraxane (paclitaxel legato all'albumina formulato in nano particelle) e gemcitabina come terapia backbone sulla quale basare lo sviluppo di nuovi trattamenti del carcinoma pancreatico metastatico.
Nello specifico, nell'analisi post-hoc dello studio registrativo di fase III Mpact (Metastatic Pancreatic Adenocarcinoma Clinical Trial), presentata al congresso, sono stati valutati "gli outcomes dei trattamenti di seconda linea dopo terapia di prima linea con nab-paclitaxel/gemcitabina o gemcitabina in monoterapia. I risultati- hanno fatto sapere- hanno evidenziato che il trattamento di seconda linea e' possibile ed apporta benefici in termini di aumento di sopravvivenza dei pazienti, in particolare in quelli trattati in prima linea con nab-paclitaxel/gemcitabina rispetto a quelli trattati con gemcitabina in monoterapia (12,8 mesi nab-paclitaxel + gemcitabina vs 9,9 gemcitabina)".
Quanto alla sopravvivenza totale dei pazienti trattati in prima linea con nab-paclitaxel e gemcitabina, hanno proseguito, e' "significativamente maggiore nei pazienti che ricevono una seconda linea con regimi contenenti 5FU (13,5 mesi di Os).
Infine, proseguono gli studi sulla combinazione di nab-paclitaxel con i farmaci immunoterapici di nuova generazione: e' in corso uno studio multicentrico di fase uno per valutare il regime ottimale e l'efficacia della combinazione nab-paclitaxel/nivolumab, con o senza gemcitabina, nel carcinoma metastatico del pancreas e in altre tipologie tumorali".
(Wel/ Dire)