Castelbianco: "L'attacco online travalica contesto scolastico"
(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 27 apr. - L'aggressivita' tra pari viaggia sempre piu' veloce, in rete, e riguarda un giovane su sei (circa il 18%). "Si chiama cyberbullismo ed e' sotto gli occhi di tutti. L'attacco online non nasce svincolato dal contesto scolastico, pero' lo supera e lo trascende per estendersi anche ad altri luoghi". L'allarme viene da Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva e profondo conoscitore del mondo dei giovani. Come direttore dell'Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO) e' promotore di numerosi sportelli d'ascolto e supporto psicologico nelle scuole italiane, e porta nel mondo dei giovani campagne di sensibilizzazione sul tema.
"L'oggetto del ricatto, o dello scherno, non e' piu' focalizzato solo sull'aspetto fisico. Nel mirino degli adolescenti c'e' tanto altro- rivela lo psicoterapeuta- c'e' il sesso attraverso il sexting, il passaggio di immagini connotate sessualmente e utilizzate con scopi ricattatori e fortemente violenti nei confronti della vittima".
Castelbianco ricorda: "Su internet sempre piu' siti incitano i giovani ad assumere comportamenti rischiosi, da perpetrare anche contro altri giovani. C'e' di tutto (sesso, suicidio, riti tribali, riti di iniziazione, richieste assurde su innumerevoli argomenti rielaborati in modo crudele e attuati contro i propri compagni, ingaggiando con loro una specie di gara alla tortura e allo sfinimento)". Le conseguenze? "Moltissimi adolescenti hanno iniziato ad isolarsi, perche' incapaci di difendersi".
I giovani trascorrono ore e ore davanti al pc o al telefonino "per interfacciarsi con i coetanei- prosegue Castelbianco- ed e' chiaro che i loro pensieri, le loro emozioni e intenzioni (anche quelle negative) attraversano tali canali di comunicazione. Il cyberbullismo ne e' una manifestazione evidente. Leggiamo quotidianamente sui media gli esiti di stolkeraggi, aggressivita' e violenza che sempre piu' adolescenti subiscono con conseguenze drammatiche". È molto complicato contrastare un fenomeno del genere. "Non esiste ne' una norma vera che possa funzionare, ne' un comportamento definito che possa arginare simili situazioni. È proprio la rottura e la trasgressione delle norme che spinge i ragazzi a colpire i coetanei piu' vulnerabili- spiega lo psicoterapeuta dell'eta' evolutiva- e' uno tsunami negativo che inonda i nostri giovani, anche se attuato da persone altrettanto giovani".
L'esperto torna a monte del problema: "Manca un'autorita' virtuale e reale a cui le vittime possano appellarsi per essere tutelate. È un problema non solo dei ragazzi, ma anche di noi adulti che, davanti a comportamenti deplorevoli, viviamo la difficolta' di non sapere quali strumenti utilizzare per difendere i giovani piu' fragili. L'unica possibilita' e' trovare aiuto dalla legge, oppure rivolgersi alla polizia postale- ricorda lo psicoterapeuta- che e' esperta di internet e del mondo dei giovani online, per trovare soluzioni e iniziare a censurare i comportamenti violenti. Questo rappresenterebbe un'importante opera di prevenzione: i soggetti aggressivi devono sapere di incorrere in situazioni difficili e noi adulti dobbiamo ritrovare la nostra dignita' e autorevolezza di persone adulte".
Difendere e tutelare gli adolescenti piu' vulnerabili significa "informarli su cosa fare e a chi rivolgersi quando si sentono minacciati- chiosa lo psicologo-, pero' bisogna avvertire anche i giovani 'violenti' che il loro operato negativo sara' sanzionato. Non possono pensare di poter vivere al di fuori di ogni regola civile, di potersi sentirsi sempre piu' autorizzati a fare cio' che considerano divertente, pur sapendo che potrebbe avere conseguenze disastrose sugli altri".
Il Miur sta facendo "molto al riguardo- conclude Castelbianco- promuove tanti progetti sia a livello europeo, come il Safer internet, che nazionale, per trovare le linee di condotta che possano aiutare gli studenti italiani". Tante le scuole che hanno attivato campagne di sensibilizzazione.
(Wel/ Dire)