Hpv, Asco dall'America raccomanda vaccino
Specialisti Ifo: Bene, tutta l'oncologia deve chiedere questo presidio
(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 20 apr. - Arriva dall'autorevole tribuna dell'Asco (American society of Clinical Oncology) ed e' stata pubblicata sul suo 'Journal of Clinical Oncology' un vero endorsement a favore del vaccino contro l'Hpv. Attraverso questa dichiarazione e raccomandazione, Asco spera di "aumentare la consapevolezza dell'enorme impatto globale dei carcinomi correlati al papillomavirus umano (Hpv) e di offrire chiarimenti sulla vaccinazione contro l'Hpv e sulla sua capacita' di prevenire milioni di morti per cancro"; invita ad "aumentare l'adesione alla vaccinazione Hpv tramite un maggiore coinvolgimento degli oncologi nel garantire adeguata informazione" e chiedendo l'attuazione di strategie "concrete per abbattere le barriere di accesso ai vaccini".
L'implementazione dei vaccini contro le patologie Hpv correlate, commentano Luciano Mariani, ginecologo, ed Aldo Venuti, virologo, coordinatori dell'Hpv Unit degli Ifo (Istituti fisioterapici ospitalieri), ha aperto uno "straordinario ed innovativo scenario di prevenzione primaria- spiegano- L'infezione da human papillomavirus e' infatti considerato il piu' importante virus oncogeno per la specie umana, essendo la causa necessaria nel 100% dei cancri del collo dell'utero e coinvolto, con percentuali variabili, nella genesi del cancro della vulva, vagina, ano, pene ed una parte di quelli orofaringei. D'altra parte la dimensione numerica dei cancri Hpv-correlati (almeno 600mila ogni anno, nel mondo) e delle lesioni pre-tumorali che li precedono (di cui e' impossibile stabilire l'entita') impone anche all'area dell'Oncologia medica una forte presa di posizione a favore di questo presidio preventivo. Il ruolo chiave della vaccinazione e' ribadito anche per quei tumori meno frequenti della cervice uterina, ma di cui non esiste alcuno screening efficace, cosi' come per il sesso maschile".
Aggiunge Patrizia Vici, oncologo medico del Regina Elena: "La comunita' medico-scientifica coinvolta nell'area dialettica della vaccinazione (applicazione, efficacia, sicurezza, tollerabilita') e nell'informazione all'utenza si e' di volta in volta arricchita di nuove figure professionali: a partire dagli igienisti, seguiti dai ginecologi, dermatologi, pediatri, per coinvolgere infine gli otorinolaringoiatri ed i proctologi. Ciascuna specialita' ha condiviso l'utilizzo del vaccino, mettendone in luce i benefici per la propria disciplina di appartenenza. Fornendo all'utenza corrette ed univoche informazioni mediche, si e' favorito cosi' (almeno nei Paesi piu' virtuosi) un'alta adesione ai programmi vaccinali, consentendo di avere gia' dei concreti risultati positivi".
La sinergia interdisciplinare, ribadiscono Mariani e Venuti, e' quindi un "presupposto imprescindibile al successo del programma vaccinale contro questa infezione- aggiungono- e le conseguenze oncologiche pluridistrettuali che ne possono derivare. Il confronto su questo terreno con il mondo dell'oncologia medica, come avviene nell'Hpv-Unit degli Ifo, puo' quindi generare una migliore comprensione dei fenomeni clinici legati all'Hpv, ed una piu' efficace strategia multidisciplinare".
(Wel/ Dire)
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