"Prevede che il consultorio aiuti le donne per evitare aborti"
(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 13 apr. - "Dalle ultime relazioni che il ministro Lorenzin ha fatto al Parlamento sulla 194 non sembra proprio che in Italia l'aborto sia una impresa tanto difficile da dover ricorrere al Consiglio d'Europa, a meno che non ci si riferisca a dati vecchi e superati. Ne' tanto meno sono i medici disponibili a praticare aborti ad essere discriminati. Anzi ogni tanto qualcuno solleva il problema che i medici obiettori non dovrebbero neppure fare i ginecologi, come se il compito principale di un ginecologo fosse quello di fare aborti e non quello di far nascere bambini e di occuparsi della salute della donna. Ma ideologie e pregiudizi sono sempre difficili da smantellare per far emergere la verita' delle cose". Lo afferma Paola Binetti di Area popolare, che continua: "Cio' nonostante, sono d'accordo con la collega Di Salvo quando chiede che la 194 sia applicata piu' e meglio, anche se il mio accordo viaggia su categorie diverse. Il nome esatto della 194 e' infatti Legge sulla tutela sociale della maternita' e all'art. 2, lettera d, parlando del ruolo dei consultori, afferma che debbano contribuire 'a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all'interruzione della gravidanza'; eppure di consultori capaci di interagire con le donne aiutandole nel senso previsto dalla legge non ce ne sono quasi. Ben venga quindi la possibilita' di rileggere la legge.
L'articolo 5 poco piu' avanti afferma che il consultorio, oltre a garantire i necessari accertamenti medici, specialmente quando la richiesta di interruzione della gravidanza e' motivata dall'incidenza delle condizioni economiche, o sociali, o familiari sulla salute della gestante, ha il dovere di aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza, di metterla in grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre, di promuovere ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza sia dopo il parto. Tenuto conto che molte delle donne che abortiscono sono immigrate, con modeste risorse economiche e con una indubbia precarieta' professionale, e' di loro che dovremmo preoccuparci ed e' per loro che dovremmo chiedere piena attuazione della 194".
(Wel/ Dire)