(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 13 apr. - Una malattia che colpisce le donne rendendo loro la vita difficile e impossibile la gravidanza in molti dei casi in cui le donne, inconsapevoli di avere questa malattia cronica, posticipano il momento in cui decidono di provare a restare incinta. Si tratta dell'endometriosi, una malattia che comporta la presenza anomala dell'endometrio (il tessuto che riveste la parete interna dell'utero) in altri organi quali ovaie, tube, peritoneo, vagina, intestino, comportando una serie di ulcerazioni ed infiammazioni croniche che alterano la vita quotidiana delle donne, provocando dolori molto forti soprattutto in coincidenza con il sanguinamento durante i giorni del ciclo mestruale.
'Endometriosi: infiammazione e alimentazione' e' il titolo della conferenza stampa promossa da Ape (Associazione progetto Endometriosi), che si svolgera' a Roma il 16 aprile presso l'aula Magna dell'Istituto Carlo Matteucci (in via delle Vigne Nuove, 262). In questa occasione, in particolare, verra' spiegato come l'alimentazione e lo stile di vita possano migliorare la salute e siano validi alleati nel controllo dell'infiammazione e nella gestione dei sintomi dell'endometriosi. "La malattia- fanno sapere- colpisce un numero sempre crescente di donne e con ogni probabilita' verra' presto inserita nei Lea (Livelli Essenziali di Assistenza) data la sua forte incidenza anche sulla possibilita' di lavorare nei giorni di massimo dolore".
Di endometriosi, intanto, si e' occupato il Parlamento per la prima volta gia' nel 2005 quando la Commissione Igiene e sanita' del Senato della XIV legislatura decise di affrontare attraverso una indagine conoscitiva il "fenomeno dell'endometriosi come malattia sociale" a seguito della mozione presentata da un gruppo di senatori. "Infatti- spiegano dall'Associazione progetto Endometriosi- anche il Parlamento europeo nell' aprile 2004 con la delibera n. 30, richiamo' l'attenzione sulla malattia ed invito' i governi nazionali degli Stati membri ad accrescere l'informazione e le conoscenze su questa malattia".
Dal 2005 si sono fatti numerosi passi in avanti (alcune regioni italiane hanno legiferato autonomamente), sebbene si sia ancora "in attesa di una legge nazionale che serva a valutare l'incidenza della malattia come fenomeno sociale e a proporre campagne informative che possano aiutare le donne colpite da questa malattia. Infine, l'adozione di una legge nazionale sarebbe utile anche se dovesse riconoscere alle donne i rimborsi per le spese sanitarie legate alla cronicita' della malattia e, nei casi piu' gravi, garantisse loro tutela- concludono dall'Ape- per la riduzione delle capacita' lavorative".
(Wel/ Dire)