(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 30 set. - "Camminiamo insieme" è il motto dell'Obesity day 2015, la giornata di sensibilizzazione e informazione sul tema obesità promossa tutti gli anni il 10 ottobre da Adi - Associazione italiana di Dietetica e nutrizione clinica tramite la sua Fondazione. L'attività fisica è la parola d'ordine di questa 15esima edizione che intende promuovere uno stile di vita attivo come elemento indispensabile per ottenere e mantenere un buono stato di salute e precisare che così come nell'alimentazione anche nel movimento esiste un rapporto di dose-risposta per ottenere benefici. Per raggiungere risultati ottimali è sufficiente camminare a passo svelto per almeno 150 minuti a settimana, sottolinea Adi. Secondo recenti studi sembrerebbe, infatti, che stare sotto il livello di 150 minuti a settimana non modifichi significativamente il peso, livelli al di sopra determinano modesti decrementi (2-3 kg) mentre livelli compresi tra 225-420 dimostrano un calo ponderale dai 5 ai 7,5 kg, questo a dimostrazione della probabile esistenza di un rapporto dose - risposta nel praticare attività fisica.
"Praticata 2/3 volte a settimana, a una media intensità, l'attività fisica nei pazienti obesi o sovrappeso è un importante strumento terapeutico che influenza positivamente il calo ponderale, il mantenimento del peso perduto e migliora nei pazienti diabetici il compenso glicometabolico- dichiara Giuseppe Fatati, presidente della Fondazione Adi- La persona obesa o in sovrappeso richiede un'attenta valutazione prima di iniziare un programma di esercizio fisico a causa delle frequenti patologie associate (cardiovascolari, respiratorie, osteo-articolari). Rispetto alle persone normopeso necessita, infatti, di un approccio multidisciplinare che coinvolga oltre al dietologo clinico diverse figure come un cardiologo, un medico dello sport, un ortopedico o un fisioterapista per valutare l'impatto del programma e essere, infine, seguito da una figura professionale specializzata in scienze motorie".
È importante, precisa Adi, che così come nell'alimentazione anche nel movimento ci sia il giusto equilibrio nel "dosaggio", per non affaticare troppo il fisico e anche per non cadere in un meccanismo di dipendenza, che può verificarsi sia con il cibo che con l'attività fisica. Infatti, chi pratica sport in maniera assidua e non agonistica, a volte può presentare sintomi quali l'irritabilità se non si riesce a fare gli esercizi o tende a trascurare altri interessi, fino a far diventare il programma di allenamento l'unico obiettivo della giornata. "In questo senso è fondamentale favorire un'educazione e una cultura del movimento soprattutto nei giovani, ecco perché il giorno dopo l'Obesity day, l'11 ottobre promuoveremo anche una passeggiata nei parchi e nei centri storici di tutto il paese. In Italia e in Europa, esistono già diversi programmi che, nati dalla collaborazione fra pubblico e privato, si stanno rivelando virtuose pratiche di educazione al movimento. Si pensi all'iniziativa Eurobis (Epode Umbria Region Obesity Intervention Study), che ha visto l'Umbria come regione pilota in Italia e che nasce proprio con lo scopo di combattere la tendenza al sovrappeso e dell'obesità dei bambini umbri e anche al programma internazionale Beat the Street, nato con l'obiettivo di incoraggiare i bambini ad andare a scuola e tornare a casa a piedi, risultato particolarmente motivante, in quanto si è svolto come una competizione tra le diverse classi e scuole", conclude Fatati, presidente di Adi.
(Wel/Dire)