"In 5 anni oltre 6.500 coppie italiane fra pazienti Ivi"
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 23 set. - D'ora in poi le coppie italiane con problemi di infertilità avranno un punto di riferimento in più. Nei giorni scorsi ha infatti aperto a Roma, nel quartiere Parioli (in Largo Ildebrando Pizzetti, 1), un nuovo centro di diagnosi e consulenza in materia di riproduzione medicalmente assistita. L'iniziativa è del Gruppo IVI (Instituto valenciano de Infertlidad) che, a 25 anni dall'apertura del primo centro di riproduzione assistita in Spagna, ha deciso di avviare anche nel nostro Paese una propria attività, affidando la gestione alla dottoressa Daniela Galliano, ginecologa esperta di medicina della procreazione. "Ci avviamo con entusiasmo su questa nuova strada- commenta Galliano- che nasce dal desiderio di avvicinare la popolazione italiana alle migliori tecniche e trattamenti in materia di riproduzione medicalmente assistita, per far fronte alla sempre più crescente domanda per simili soluzioni da parte dei pazienti italiani nelle nostre cliniche operanti in Spagna".
Negli ultimi 5 anni, intanto, fanno sapere che "oltre 6.500 donne italiane sono state accolte in uno dei centri del Gruppo IVI per ricevere consulenza, diagnosi e trattamenti specifici in materia di infertilità. Questo dato rappresenta il motivo saliente alla base della scelta di IVI di operare direttamente a Roma". Con quest'ultima iniziativa sono quindi ormai oltre 40 i centri di riproduzione assistita dell'istituto spagnolo, sparsi in 10 Paesi differenti fra Europa, America e Asia. "I cambi normativi in corso nella legislazione italiana- spiega Antonio Pellicer, presidente e fondatore IVI- e la conseguente futura possibilità di ottenere la donazione eterologa di gameti anche in Italia sono elementi che hanno determinato le condizioni decisive nella decisione di aprire una clinica in questo Paese, che possa offrire alle coppie trattamenti fino ad oggi ottenibili solo all'estero".
Ma perché oggi sempre più coppie richiedono il supporto di tecniche mediche in materia di infertilità? "Significativo- rispondono dall'Instituto valenciano de Infertlidad- è il rinvio dell'età di accesso alla maternità da parte delle donne negli ultimi anni. A dimostrazione di questo fenomeno, infatti, lo scorso anno l'età media delle pazienti italiane si è assestata sui 41 anni; dato, questo, direttamente relazionato con il fatto che la quota più significativa di queste pazienti si è sottoposta al trattamento di fecondazione in vitro con ovuli provenienti da donatrici (la donazione di ovuli ha rappresentato nel 2014 il 40% del totale dei trattamenti praticati alle pazienti italiane)".
Spiega la dottoressa Galliano: "Molte donne danno priorità alla stabilizzazione e affermazione professionale, oltre che al consolidamento della relazione di coppia, e questo è in gran parte responsabile delle crescenti difficoltà di concepimento naturale a partire dai 40 anni. Non ci si deve dimenticare, infatti, che la fertilità femminile al raggiungimento dei 35 anni subisce un vero e proprio calo in picchiata per motivi biologici. Il nostro obiettivo allora è proprio quello di aiutare tutte quelle coppie e quelle donne che vogliono diventare genitori e che si scontrano con tutte le difficoltà biologiche, mediche e naturali- conclude- che sono conseguenza dei trend sociali che abbiamo descritto".
(Wel/Dire)