Mazzoni: Via obbligo iscrizione e quote ridotte anche a precari
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 16 set. - No all'iscrizione obbligatoria alla cassa previdenziale, no alla doppia contribuzione per la pensione e no al pagamento dell'intera quota annuale per i precari. I farmacisti delle aziende sanitarie aderenti a Sifo (Società italiana di farmacia ospedaliera) prendono posizione in vista della riforma della cassa previdenziale, l'Enpaf. A parlare per Sifo è il tesoriere, Isidoro Mazzoni, che, sostanzialmente, concorda con quanto esposto da Conasfa nei giorni scorsi. I farmacisti assunti dal Servizio sanitario nazionale con un contratto atipico, spiega Mazzoni, sono costretti a pagare per intero la quota annuale prevista da Enpaf (4.375 euro), anche se, in alcuni casi, "lavorano pochi mesi all'anno e anche se guadagnano poche migliaia di euro". Non c'è possibilità di scelta, perchè l'iscrizione all'Enpaf è necessaria per poter esercitare la professione. Sifo, da tempo, chiede di cambiare e aggiornare la normativa.
Gli atipici e i precari "devono poter scegliere se iscriversi o meno ad Enpaf e, nel caso lo facciano, devono avere le stesse possibilità dei farmacisti dipendenti, ovvero le riduzioni dell'85, 50 o 33% sulla quota, con scelta assolutamente discrezionale", sottolinea Mazzoni". Oltre al problema dei precari, Sifo chiede anche di abolire, a monte, la doppia contribuzione per tutti i farmacisti dipendenti delle aziende ospedaliere, che nonostante versino già i contributi a Inps, si devono iscrivere a Enpaf e pagare una quota, ancorchè ridotta, che va dagli 800 ai 4.000 euro all'anno. Resta poi, il tema di come recuperare le quote già versate all'Enpaf per riversarle all'Inps: tema già discusso al tavolo promosso dalla Fofi (Federazione Ordini farmacisti italiani) con Enpaf e le organizzazioni sindacali: "Lì siamo stati chiamati solo una volta nell'autunno dell'anno scorso", dice Mazzoni.
(Wel/ Dire)