SANITA. Trauma cranico, in Italia ogni anno 140.000 ricoveri
Fascia più colpita tra 15-35 anni, nel 60% casi dovuto a incidenti stradali
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 28 ott. - Nel tempo è diventato una vera e propria epidemia silenziosa. Il trauma cranico, in Italia, colpisce circa 250 persone ogni 100mila abitanti ed è conseguenza di 7.300 decessi e 14.600 casi di disabilità. La causa principale sono gli incidenti stradali (nel 60% dei casi) e la fascia più colpita è quella compresa tra i 15 e i 35 anni, con netta prevalenza del sesso maschile. Si tratta per lo più di persone in piena età scolastica e lavorativa, perfettamente sane al momento del trauma. Altre fasce a rischio, poi, sono i bambini sotto i 5 anni e gli anziani. Sono alcuni dei dati emersi nel corso di una conferenza stampa organizzata a Roma dalla Fnatc (Federazione nazionale Associazioni Trauma Cranico) Onlus, per celebrare i suoi dieci anni di attività, che si è svolta nei giorni scorsi al ministero della Salute.
"Gli esiti di un trauma cranico- ha detto Paolo Fogar, presidente Fnatc- possono essere i più diversi e vanno dai disturbi cognitivi comportamentali ai problemi motori. Oggi si può fare molto per la cura e l'assistenza delle persone colpite da grave cerebrolesione acquisita, ma è un processo lungo che rappresenta una sfida di particolare rilevanza sanitaria e sociale. È per questo che, da dieci anni, abbiamo scelto di stare vicino alle famiglie che si trovano ad affrontare questa difficile esperienza". Il trauma cranico, intanto, è un fenomeno vasto ma ancora largamente sottostimato. Dall'incontro è infatti emerso che "nel nostro Paese, per trauma cranioencefalico, vengono ricoverate ogni anno in ospedale dalle 140mila alle 150mila persone. Tra queste, circa 20mila hanno difficoltà residue a lungo termine (fisiche e mentali) e circa 140mila sono affette da trauma grave o gravissimo, con stato di coma più o meno protratto".
"Il trauma cranico grave- ha spiegato Paolo Boldrini, presidente della Simfer (Società italiana di Medicina fisica e riabilitativa)- non è solo una malattia dell'individuo, ma di tutta la famiglia. Comporta infatti interruzione del curriculum scolastico, perdita del lavoro e del reddito, oltre che necessità di cure e assistenza per lunghi periodi". L'assistenza in fase acuta (rete dei servizi di emergenza, rianimazione e neurochirurgia) in Italia è a livelli "generalmente soddisfacenti". Ma, ha sottolineato ancora Boldrini, c'è "preoccupazione che i tagli alla sanità possano penalizzare le strutture di alta specialità riabilitativa deputate a trattare questi problemi, poiché sono ovviamente costose e necessitano di attrezzature e personale molto qualificati".
Particolarmente problematica, poi, è l'assistenza alle persone che, dopo una grave cerebrolesione, presentano difficoltà cognitive (di memoria o linguaggio) o di comportamento (come difficoltà a rispettare le regole sociali, irrequietezza ed apatia). "Per queste persone- è ancora emerso dell'evento organizzato dalla Fnatc- è difficile l'inserimento in famiglia e la ripresa di partecipazione sociale e comportano un grave carico emotivo e materiale su chi deve prendersi cura di loro".
All'incontro hanno partecipato i rappresentanti delle associazioni di volontariato che svolgono attività di assistenza e percorsi di riabilitazione e reinserimento sociale, scolastico e lavorativo di soggetti affetti da disabilità cognitivo-motoria da Grave cerebrolesione acquisita (Gca). Testimonial dell'evento Mara Venier, che si è detta "molto vicina alle delicate problematiche che le famiglie di persone colpite da questi gravi traumi si trovano quotidianamente ad affrontare. Sono quindi onorata- ha concluso la conduttrice televisiva- di presentare questo evento".
(Wel/Dire)
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