I dati presentati al XVII congresso nazionale dell'Aiom
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 28 ott. - Il 75% dei casi di tumore del collo dell'utero potrebbe essere evitato grazie alla vaccinazione contro il Papilloma virus umano (Hpv). È una delle neoplasie più frequenti nelle giovani donne (under 50), si trova infatti al 5° posto con 2.100 nuove diagnosi stimate in Italia nel 2015. Non solo. L'Hpv può causare il cancro a altre parti del corpo come vulva, vagina, pene, ano, bocca e faringe. È pericoloso, quindi, anche per gli uomini. E' quanto emerso al XVII Congresso nazionale dell'Aiom (Associazione italiana di Oncologia medica).
Ma nel nostro paese la vaccinazione- riporta la nota dell'Aiom- introdotta nel 2007/2008 per le dodicenni, ha una copertura a macchia di leopardo, con il rischio di non garantire a tutta la popolazione un accesso uniforme a questo importante strumento di prevenzione che rientra nei Livelli essenziali di assistenza.
La media italiana della copertura (per le ragazze nate nel 1997) è pari al 70,8%, ben lontana dall'obiettivo del 95% inizialmente stabilito. E si passa da Regioni virtuose come Sardegna (86%), Toscana (83,8%), Puglia (83,1%) e Basilicata (82,4%) alle basse coperture della Provincia Autonoma di Bolzano (26,7%), Sicilia (58,3%) e Campania (64,9%).
"Vogliamo promuovere una campagna nazionale di sensibilizzazione rivolta non solo ai cittadini ma anche agli oncologi per abbattere le barriere culturali ancora presenti - spiega il prof. Carmine Pinto, presidente dell'Associazione italiana di Oncologia medica (Aiom), al XVII Congresso nazionale della società scientifica svoltosi a Roma- Siamo di fronte a un vero e proprio strumento di prevenzione primaria contro i tumori. Realizzeremo un opuscolo che sarà distribuito in tutte le oncologie e a gennaio 2016 organizzeremo un convegno nazionale per un confronto fra clinici e rappresentanti delle Istituzioni. Dopo più di 6 anni dall'avvio del programma di immunizzazione, la copertura vaccinale sembra essersi stabilizzata intorno al 71%".
L'obiettivo 'a breve termine' del 70% è stato raggiunto in 13 Regioni per le coorti di nascita 1997, 1998 e 2000, in 15 per la coorte di nascita 1999 e in 9 per quella 2001. L'Italia è stato il primo Paese in Europa a stabilire la gratuità della vaccinazione anti-HPV e ad assicurarne, contestualmente, la commercializzazione e la rimborsabilità nell'ambito di un programma nazionale.
"Il 2007 ha rappresentato un anno di svolta per la tutela della salute della donna in Italia- sottolinea il prof. Sergio Pecorelli, presidente Aifa (Agenzia italiana del farmaco)- Il vaccino è fondamentale anche per proteggere i ragazzi. Un terzo dei casi di infezione da Hpv riguarda infatti i maschi che, a differenza delle donne, non dispongono di strumenti ed esami utili per verificare la presenza del virus e le sue conseguenze, come lo screening che permette di accertare la condizione del collo dell'utero. I ragazzi infatti corrono un rischio di infezione di ben 5 volte maggiore rispetto alle adolescenti. Il vaccino anti Hpv è stato sperimentato negli anni su più di 25.000 adolescenti e donne, dimostrando un'ottima tollerabilità. E la sicurezza è stata valutata in numerosi studi dopo l'immissione in commercio, che hanno coinvolto oltre 200.000 persone".
Esistono più di 120 tipi di Hpv, che si differenziano a seconda del tessuto che colpiscono e per gravità degli effetti. "La maggior parte delle infezioni da Hpv è transitoria - continua la dott.ssa Stefania Gori, presidente eletto Aiom-, perché il virus viene limitato dal sistema immunitario prima che sviluppi un effetto patogeno. I virus Hpv più importanti sono quattro, etichettati con numeri: 6, 11, 16 e 18. I primi due, a basso rischio, causano il 90% dei condilomi: lesioni estremamente contagiose e molto dolorose, che interessano gli organi genitali e altre mucose. Gli altri sono responsabili del 75% di tutti i tumori del collo dell'utero e di altre neoplasie come quelle della vulva, della vagina, dell'ano, del pene e di alcune zone della testa e del collo (lingua, tonsille e gola) che possono interessare anche gli uomini".
La vaccinazione è indicata sia nei maschi che nelle femmine a partire dai 9 anni di età. "Ma è importante proteggersi al più presto- continua il prof. Pinto- quindi prima di entrare in contatto con il virus la cui principale, ma non unica, via di trasmissione è quella sessuale. È proprio in questo periodo che l'efficacia dell'immunizzazione è massima, perché l'organismo non è ancora venuto in contatto con il virus. Purtroppo, però, per ora i ragazzi non possono essere immunizzati gratuitamente in tutte le Regioni, come avviene invece per le coetanee". Nel 2015 Liguria, Puglia, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Calabria, Molise e in Sardegna le ASL di Sassari e Olbia hanno esteso l'offerta gratuita e attiva ai maschi nel dodicesimo anno di vita. Il progetto di sensibilizzazione sulla vaccinazione anti Papillomavirus Umano è reso possibile grazie a un contributo incondizionato da parte di Sanofi Pasteur MSD.
"È fondamentale che tutti i cittadini possano accedere a questo importante strumento di prevenzione in grado di proteggere da gravi malattie- conclude la dott.ssa Nicoletta Luppi, Presidente e Amministratore Delegato di Sanofi Pasteur MSD- Auspichiamo che la vaccinazione venga estesa in tutte le Regioni anche ai maschi adolescenti, compiendo una grande scelta di politica sanitaria, etica e socialmente equa per proteggere le generazioni future dal cancro e dalle altre patologie causate dal virus Hpv".
(Wel/ Dire)