"Ma siamo i medici competenti". Joint meeting pediatri a Catanzaro
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 21 ott. - "La fascia di età 6-14 anni è per i 2/3 a carico dei pediatri e per 1/3 dei medici di medicina generale, ma tra i 12 e i 14 anni il pediatra ne vede meno della metà, anche se si tratta della fase più difficile della loro crescita in cui occorre un medico competente: il pediatra adolescentologo". Lo dice Giuseppe Gullotta, presidente della Confederazione italiana pediatri (Cipe), che modera insieme a Giovanni Corsello, presidente della Società italiana di pediatria (Sip), la prima sessione dei lavori del 7th Joint Meeting in pediatria e medicina dell'adolescenza, a Catanzaro fino al 24 ottobre.
"È un congresso internazionale di grandissima levatura- prosegue Gullotta- coinvolge anche la Codajic, la confederazione di medici pediatri e adolescentologi iberoamericani, italiani e dei caraibi. Lo spessore è sociosanitario".
Il pediatra cura il bambino dalla nascita, lo segue "nei famosi primi 1.000 giorni e sarebbe la figura migliore per affrontare al meglio i 1.000 giorni più importanti dell'adolescenza: quelli tra i 12 e i 15 anni. È un'età delicata- ricorda il medico- sono tanti i comportamenti a rischio (alcol, fumo, droga, bullismo) e l'adolescente potrebbe relazionarsi meglio con il pediatra, che vede come un alleato e amico, che con la famiglia, a causa di quel conflitto tipico che a quell'età si crea con i genitori".
Chi è l'adolescentologo? "È un pediatra che ha una formazione specifica in adolescenza nel corso della specializzazione- conclude- ma il pediatra diventa adolescentologo anche per l'esperienza che matura sul campo".
(Wel/ Dire)