(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 14 ott. - L'Oms (Organizzazione mondiale della sanità), avvalendosi di un comitato internazionale di esperti, metterà a punto per la prima volta un 'Manuale per la sorveglianza epidemiologica, monitoraggio e valutazione della leishmaniosi' ad uso globale. I due giorni di lavoro (22-23 ottobre), che si svolgeranno ad Anversa presso l'Istituto belga di medicina tropicale, porteranno alla stesura definitiva di un documento che "costituirà la linea guida per gli operatori di sanità pubblica dei 98 Paesi endemici per questa malattia, ma anche di quei Paesi confinanti che sono minacciati dalla diffusione della leishmaniosi a causa dei cambiamenti climatici".
La bozza del manuale, preparata dallo staff del Department of control of neglected tropical diseases dell'Oms, verrà finalizzata con il contributo di dieci specialisti che rappresentano diverse realtà della ricerca in sanità pubblica internazionale. L'Italia è rappresentata dall'Istituto superiore di sanità. "L'obiettivo generale del manuale- si legge sul sito dell'Iss- è quello di assistere ogni Paese interessato nella messa in opera di un sistema di sorveglianza (o nel suo miglioramento qualora sia già presente) allo scopo di: 1) determinare il reale carico di malattia e la sua effettiva distribuzione geografica; 2) osservare variazioni nel trend dei casi; 3) individuare epidemie; 4) istituire eventuali programmi di prevenzione e controllo e 5) valutarne l'appropriatezza e l'efficacia".
Punti qualificanti del 'Manuale per la sorveglianza epidemiologica, monitoraggio e valutazione della leishmaniosi', spiegano ancora gli esperti, sono "la diagnosi delle diverse forme di leishmaniosi e la definizione inequivocabile di caso, che deve includere necessariamente gli esiti della terapia per monitorare eventuali farmacoresistenze; le strategie per l'identificazione dei casi appropriate per ogni contesto sociale e sanitario; le strategie di controllo, comprese indicazioni relative ai serbatoi animali e ai vettori; gli indicatori per il monitoraggio e la valutazione delle misure adottate. In considerazione della diversità clinica delle leishmaniosi e dei contesti epidemiologici, il manuale fornisce dettagli operativi per ciascuna di queste aree, mettendo però in evidenza svariati aspetti comuni che rendono le linee guida effettivamente ad uso globale".
Ma cos'è esattamente la parassitosi? "Erroneamente considerata una malattia esclusivamente 'tropicale'- spiega Luigi Gradoni, direttore del reparto di Malattie trasmesse da vettori e sanità internazionale- la parassitosi è presente anche in tutti i Paesi del sud Europa, dal Portogallo alla Grecia, Italia inclusa, e recenti evidenze mostrano una sua penetrazione nel centro-nord Europa, dalla Francia continentale alla Germania fino all'Ungheria. La standardizzazione e l'armonizzazione dei metodi di sorveglianza da adottare in Paesi molto diversi tra loro contribuiranno così alla conoscenza globale di questa 'malattia negletta' e al monitoraggio delle misure di controllo adottate nei differenti contesti epidemiologici, sociali e ambientali".
La difficoltà di redigere un manuale 'unico' risiede così nella grande diversità delle leishmaniosi. "Queste sono un gruppo di malattie causate da protozoi del genere Leishmania- prosegue ancora Gradoni- che vengono trasmesse all'uomo e agli animali da insetti vettori conosciuti come flebotomi o pappataci. Sono proprio questi ospiti invertebrati ad essere influenzati dai cambiamenti climatici, che ne stanno determinando una maggiore diffusione geografica. Esistono una ventina di specie di Leishmania che sono causa di tre forme cliniche principali: la più grave, che può essere mortale se non trattata, è la leishmaniosi viscerale, una forma disseminata agli organi interni; molto più diffusa e di natura benigna è la leishmaniosi cutanea localizzata, che tuttavia può causare cicatrici deturpanti; la leishmaniosi muco-cutanea è invece una grave complicazione limitata all'America latina".
Stime recenti, intanto, valutano in oltre un milione i casi annuali di leishmaniosi, dei quali circa 300mila è costituito da forme viscerali (con 20-30mila decessi) e 800mila da forme tegumentarie. "Il quadro è ancora più complesso se si considera che molte forme hanno origine zoonotica- sottolineano gli esperti dell'Iss- cioè con un serbatoio animale, mentre altre sono dovute ad infezioni interumane (leishmaniosi antroponotiche). Nei territori sud Europei tutte le forme di leishmaniosi sono generalmente endemo-sporadiche (un migliaio di casi annui, spesso associati a condizioni di immunodepressione), mentre in numerosi Paesi dell'Africa orientale, Medio Oriente, sub-continente Indiano e America Latina esse assumono carattere iperendemico o epidemico. Carestie e guerre hanno un impatto devastante sulle popolazioni colpite, diminuendo le resistenze naturali e favorendo il proliferare dei vettori. Inoltre le co-infezioni con HIV- concludono- aggravano il quadro delle forme viscerali rendendo inefficaci le terapie anti-leishmania".
(Wel/Dire)