E 1.304 residenziali; Ora sono 'mappati' nell'Osservatorio online
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 18 nov. - Sì dà avvio al primo piano nazionale Demenze con una mappa dinamica ed aggiornata per effettuare una ricognizione dei servizi. Il database è già on line, specifico per la patologia e suddiviso sulla base della tipologia delle 2.502 strutture: 591 centri per i disturbi cognitivi e le demenze (Cdcd), 607 centri diurni (Cd) e 1.304 centri residenziali (Cr).
L'indagine è partita con il progetto Cronos nel 2002 e nel 2006, ma solo adesso è stato creato un gruppo multidisciplinare e sono stati coinvolti tutti i referenti regionali. A presentare le criticità, nella conferenza all'Istituto superiore di sanità (Iss), è stata Alessandra Di Pucchio, del Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps): "Molto difficile è stato stabilire un contatto con i referenti regionali a causa di una frammentazione degli elenchi ed una scarsa chiarezza tra i centri per i disturbi cognitivi e le Uva (Unità di valutazione Alzheimer) e- afferma la studiosa- è stato complicato capire a quali servizi rivolgersi".
Gli obiettivi erano "costruire un progetto condiviso con i referenti regionali per coinvolgere attivamente le Regioni e crescere insieme attraverso una piattaforma informatizzata per gestore il tutto. Regioni come Umbria, Lazio e Lombardia avevano già realizzato dei censimenti, così siamo partiti da loro. Ogni Regione aveva una scheda da compilare rivolta ai referenti dei diversi servizi. Le informazioni sono adesso disponibili con tutti gli aspetti strutturali dei servizi offerti e gli identificativi".
I Centri per i disturbi cognitivi sono "stati contattati al 100% con un tasso di risposta del 90%. Nei 591 centri per i disturbi cognitivi sono inclusi anche i 55 centri sub Uva. Su 697 centri diurni attivi, invece, il 96% delle strutture contattate ci ha dato un tasso di risposta del 64%. Su 1.883 strutture residenziali individuate sono state raccolte solo 1.304 adesioni, l'89% delle strutture residenziali e un tasso di risposta del 49%".
Il sito si chiama 'Osservatorio Demenze' ed è possibile effettuare una ricerca per tipo di struttura e per regione. "Nel Lazio sono finiti nel database 32 centri- sottolinea Di Pucchio- in cui sono indicati i giorni e gli orari di apertura, la dicitura dell'impegnativa per la prima visita, i referenti e i recapiti. Per i centri diurni viene indicato anche se si tratta di centri accreditati o a gestione diretta del pubblico".
LE SCHEDE DEI CENTRI - Per il momento sono state inserite per i centri per i disturbi cognitivi le scheda di 501 strutture rispetto a 536 centri attivi, con un tasso di rappresentatività del 93,5%. Per i Centri diurni (Cd) ci sono 287 schede su 607 Cd attivi (47,3%); per le strutture residenziali 265 schede su 753 centri contattati (35,2%).
TIPOLOGIE DI STRUTTURE - Le strutture sono prevalentemente ospedaliere, tanto che solo l'8% sono Università e Ircss. Al Nord ci sono in maggioranza centri ospedalieri e universitari, al Sud più strutture territoriali.
GIORNI DI APERTURA - Il 19,7% dei centri per i disturbi cognitivi sono aperti solo una volta a settimana, in particolare al Sud (nel 25% dei casi) e sono soprattutto il settore ospedaliero. C'è anche una quota di strutture aperte 5 giorni a settimana, più presenti al Nord.
LE FIGURE PROFESSIONALI - Il 59% dei centri per i disturbi cognitivi ha un neurologo, seguito da un geriatria e uno psichiatra (presenti soprattutto al Nord). Lo psicologo c'è solo nel 61% dei casi ed è una figura professionale precaria e scarsamente rappresentata nel Centro Italia. Anche gli infermieri sono presenti nel 57% delle strutture, mentre è scarsa la presenza di logopedisti, fisioterapisti e terapisti occupazionali, in maggioranza al Sud.
La studiosa del Cnesps, Alessandra Di Pucchio, stima che in Italia ci sono "1 milione di casi di demenze nelle Regioni. La Val d'Aosta ha in incarico 500 pazienti contro i 3 mila della Basilicata. Ci sono sui Cd regioni scoperte come la Val d'Aosta, la Calabria, la Basilicata, la Campania e l'Abruzzo con numeri irrisori di centri. Lo stesso discorso può essere fatto per le strutture residenziali, più presenti al Nord. Si tratta in ogni caso di una mappa dinamica- ricorda Di Pucchio- un punto di incontro tra servizi e cittadini. L'aggiornamento continuo degli elenchi è cruciale per evitare che la mappa si trasformi in una fotografia".
Quali sono i servizi offerti? "Il 30% dei servizi offerti riguarda indagini genetiche e markers liquorali. La diagnosi è svolta nell'80% dei centri, soprattutto al Nord. Il counseling viene effettuato nel 78% dei centri. Infine, il 58% delle strutture è in contatto con le associazioni (in maggioranza al Nord)".
TEMPI DI ATTESA - I tempi di attesa variano da 1 a 3 mesi, e il 22% dei centri supera i 3 mesi. Ogni centro per i disturbi cognitivi ha in media 89 pazienti in un mese, con 23 prime visite.
GESTIONE E POSTI LETTO - Bolzano e Calabria non hanno i Percorsi diagnostico terapeutici e assistenziali standard per patologie croniche. Inoltre, solo 8 centri per i disturbi cognitivi non ha un archivio cartaceo e computerizzato. Il 21% dei centri diurni e il 16% delle strutture residenziali sono pubbliche, il resto accreditate. I 63 centri diurni a gestione diretta hanno 18 posti letto, di cui 14 riservati a persone con demenza; i 221 centri diurni a gestione accreditata hanno 22 posti disponibili di cui 13 riservati a pazienti con demenza. Le 42 strutture residenziali a gestione diretta hanno 64 posti letto di cui 9 per persone con demenza. Quelle a gestione accreditata (219) hanno invece 100 posti disponibili di cui 25 riservcati per persone con demenza.
(Wel/ Dire)