Adi: Prima di entrare 9 su 10 già conoscevano significato evento
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 18 nov. - Per gli italiani scienza e alimentazione sembrano non avere più segreti. Lo dimostrano i dati dell'ultima edizione dell'Osservatorio Nestlé - Fondazione Adi (Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica), che quest'anno ha coinvolto un campione di circa 5.500 persone con lo scopo "di indagare la conoscenza delle tematiche che per oltre un anno hanno riempito le pagine dei giornali e i social media". Ebbene: Expo 2015, dentro e fuori i cancelli, pare essere stato un vero e proprio "nutrimento per le affamate menti degli italiani" che, all'apertura della manifestazione, si sono rivelati già preparatissimi.
"Ben 9 persone su 10- fa sapere l'Osservatorio- ne conoscevano esattamente il significato, mentre 6 su 10 avevano dichiarato di essere interessati particolarmente alle tematiche affrontate, tanto da aver addirittura studiato". Più della metà del campione, prosegue lo studio, esattamente "il 54%, ha dimostrato di sapere, ad esempio, come cibo e nutrizione influenzino la crescita e lo sviluppo del cervello fin dall'inizio della gestazione nell'utero materno e due su cinque sapeva che la nutrigenomica studia gli effetti che gli alimenti hanno all'interno delle nostre cellule". Secondo Giuseppe Fatati, coordinatore scientifico dell'Osservatorio e presidente della Fondazione Adi, questi dati sono "sicuramente positivi e confermano come Expo sia stata una grande opportunità per gli italiani. Ci troviamo infatti di fronte a cittadini sempre più attenti, informati e sensibili a tematiche come la sostenibilità, la nutrizione e la responsabilità sociale".
Altro tema che ad Expo 2015 ha acceso la curiosità degli italiani, intanto, è stato "la sostenibilità, che però- sottolineano- ha riscontrato opinioni abbastanza differenziate all'interno del campione: la sostenibilità intesa in senso ampio, e cioè non riferita ad un aspetto specifico, è condivisa da poco più di 1/4 degli intervistati, che la riconducono a tutta la filiera di produzione di un qualsiasi prodotto. Il resto degli intervistati, invece, ha colto solo uno o due aspetti, avvicinandosi comunque alla risposta considerata più completa: il 49% è convinto che la sostenibilità riguardi il miglior utilizzo delle risorse, il 38% le energie. Solo una piccola percentuale del campione la riconduce a temi specifici, come per esempio il riciclo della carta (1%) e della plastica (3%) o i cibi a chilometro 0 (11%)".
In fatto di scelta del cibo, invece, gli italiani sono piuttosto d'accordo: "Il 47% del campione- fa sapere ancora lo studio condotto dall'Osservatorio Nestlé - Fondazione Adi- identifica infatti la vista come il senso che influenza maggiormente le nostre scelte a tavola e solo il 35% attribuisce maggiore importanza al gusto, dato che è certamente spunto di riflessione. Ritorna un tratto distintivo della mediterraneità dove la cura della tavola e la presentazione dei piatti rappresenta una delle principali manifestazioni di un modo di vivere che dà valore ai rapporti e alla condivisione".
Commenta il coordinatore scientifico dell'Osservatorio Nestlé: "È importante non sottovalutare questa tendenza. Nelle passate edizioni dell'Osservatorio era emerso come la convivialità fosse uno dei punti su cui lavorare. Colazioni sprint della durata inferiore ai 15 minuti, pranzi e cene monoporzioni erano molto frequenti. Grazie al lavoro svolto in questi anni, all'impegno profuso dalle numerose istituzioni e ai numerosi progetti di educazione alimentare, ci troviamo di fronte ad una riscoperta delle origini, della valenza della convivialità e del momento della tavola, un atto che richiede il suo tempo- conclude Fatati- e che attribuisce valore ai cibi e al nutrimento come piacere".
(Wel/Dire)