(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 4 nov. - Ognuno ha il diritto di sapere come valutare il proprio rischio di ictus e soprattutto intervenire per correggerlo. Una migliore conoscenza dei fattori di rischio e l'impegno di ciascuno di noi ad adottare uno stile di vita sano, grazie alla corretta alimentazione e all'attività fisica regolare, sono lo strumento vincente per la lotta all'ictus. Un importante passo avanti in questo senso è stato compiuto dai ricercatori dell'Università della Nuova Zelanda che hanno ideato e prodotto con il patrocinio della World stroke organization (Wso) e della European stroke organization (Eso) un'applicazione per il calcolo del rischio individuale di ictus e infarto a 5 e 10 anni, che si chiama Stroke riskometer (https://www.strokeriskometer.com/).
Alt, l'associazione per la lotta alla trombosi e alle malattie cardiovascolari, è stata incaricata di curare la versione in lingua italiana disponibile il prossimo mese per calcolare il rischio di avere un ictus o infarto nei prossimi anni e soprattutto sapere quali misure adottare per evitarli.
L'occasione per presentare la bovità è stato il World stroke day, la giornata mondiale istituita nel 2006 per sottolineare l'enorme gravità del problema ictus cerebrale, che si è svolto il 29 ottobre. Il tema scelto della giornata mondiale è stato "I am a woman" per sottolineare che le donne rispetto agli uomini sono: più a rischio di avere un ictus; più a rischio di morire di seguito a un ictus; più a rischio di rimanere disabili di seguito a un ictus; più a rischio di ipertensione, fibrillazione atriale, diabete, depressione e obesità fattori che aumentano la probabilità di andare incontro ad un ictus.
Nel mondo ogni anno 15 milioni di persone sono colpite da un ictus. L'ictus è la seconda causa di morte dopo i 60 anni e la quinta tra i 15 e i 59 anni ed è la prima causa di invalidità per l'adulto. In Italia l'ictus è la terza causa di morte, dopo le malattie ischemiche del cuore e le neoplasie; causa il 10-12% di tutti i decessi per anno e rappresenta la prima causa di invalidità. Ogni anno si verificano in Italia circa 196.000 ictus, di cui il 20% sono recidive. Il 10-20% delle persone colpite da ictus cerebrale muore entro un mese e un altro 10% entro il primo anno di vita. Solo il 25% dei pazienti sopravvissuti ad un ictus guarisce completamente, il 75% sopravvive con una qualche forma di disabilità, e di questi la metà è portatore di un deficit così grave da perdere l'autosufficienza con conseguenze devastanti sulla vita familiare e di relazione. L'ictus è più frequente dopo i 55 anni, la sua prevalenza raddoppia successivamente ad ogni decade (fonte: http://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.jsp?lingua=italiano&i d=28&area=Malattie_cardiovascolari).
(Wel/Dire)