Corte d'Appello Bologna: "Non c'è correlazione con vaccino"
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 4 mar. - "La Corte d'Appello di Bologna ha stabilito che non e' stata la vaccinazione a causare la malattia autistica di cui un bambino si e' ammalato. C'e' voluta una sentenza dello Stato italiano per ribadire un dato acquisito da tempo nella comunita' scientifica e cioe' che non c'e' correlazione tra vaccinazione e autismo". Lo scrive in una nota l'Istituto superiore di sanita' (Iss), che "si era espresso gia' nel merito sottolineando come non ci fosse nessuna evidenza in grado di stabilire un nesso di causalita' tra la vaccinazione e la malattia autistica. L'ultima e piu' recente revisione sistematica pubblicata sul Journal of Pediatrics nel marzo del 2013 andava in questa direzione, cosi' come i dati forniti dai Cdc di Atlanta e da tutti le ricerche finora effettuate".
Eppure c'e' stato "bisogno di un processo, con piu' di un grado di giudizio. Cio' che preoccupa- prosegue l'Iss- non e' tanto la vicenda in se', ma le sue ricadute in termini di salute pubblica. Nella storia della medicina poche cose hanno mutato le condizioni socio-sanitarie e la qualita' della vita delle persone come e' accaduto con gli antibiotici e le vaccinazioni". Queste ultime, in particolare, "segnano ancora la differenza di equita' nell'accesso alla salute tra il Sud e il Nord del mondo e la copertura vaccinale rimane un indicatore importante per identificare un Paese dove la sanita' pubblica e' degna di questo nome".
Per l'Iss "ritrovarsi oggi a ribadire questi concetti e a difendere una cultura della vaccinazione e della prevenzione implica responsabilita' complesse da parte di tutti". L'effetto mediatico di queste vicende "ha fatto registrare nel nostro Paese una tendenza alla riduzione della copertura vaccinale che ha gia' danneggiato centinaia di persone, soprattutto bambini e anziani, cioe' i soggetti piu' vulnerabili. Ci auguriamo che questa sentenza sia un volano per una buona informazione che contribuisca a supportare le evidenze scientifiche e, soprattutto- conclude la nota- che non vengano piu' usate vicende dolorose per mettere a rischio risultati consolidati in tanti decenni di campagne di prevenzione per tutelare la salute di tutti".
(Wel/ Dire)