(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 13 mag. - "Nuovo fattore di rischio per i bambini obesi. Non solo diabete, steatosi epatica, danni alla retina e cardiopatie: da grandi potrebbero sviluppare anche un deficit cognitivo progressivo fino ad arrivare alla demenza senile o all'Alzheimer". Lo rivela uno studio condotto dall'Ospedale pediatrico Bambino Gesu', appena pubblicato sulla rivista scientifica Pediatrics. I ricercatori hanno scoperto negli adolescenti obesi livelli elevati di una proteina, la beta 42 amiloide, "e' coinvolta proprio nel processo di insorgenza e sviluppo di queste patologie; nei pazienti che sviluppano demenza senile e Alzheimer, infatti, la proteina si accumula nel cervello formando placche ed ammassi neurofibrillari".
La ricerca del Bambino Gesu' "e' la prima nel panorama internazionale ad aver indagato i livelli di questa proteina e la correlazione tra obesita' infantile e rischio di Alzheimer". Dallo studio, che ha coinvolto 440 giovani (101 bambini tra i 2 e i 6 anni e 339 adolescenti) sia di peso normale che non, e' emerso "che gli adolescenti obesi e con insulino-resistenza (alterazione del metabolismo molto frequente nelle persone con obesita') presentavano aumentati livelli di beta 42 amiloide; quanto piu' i livelli di questa proteina sono alti, tanto maggiore potrebbe essere il rischio che questi giovani sviluppino demenza senile e Alzheimer in eta' adulta".
Invece, spiega lo studio condotto dall'Ospedale pediatrico, le alterazioni della proteina "non sono state riscontrate nei bambini in eta' prescolare: questo ha suggerito ai ricercatori del Bambino Gesu' che gli aumentati livelli di beta 42 amiloide richiedono una lunga esposizione all'obesita' e all'insulino-resistenza", quindi "quanto piu' a lungo e gravemente il bambino e' obeso e insulino-resistente, tanto piu' elevati sono i livelli attesi di questa proteina che depositandosi a livello cerebrale puo' causare demenza e Alzheimer".
Come spiega Melania Manco, endocrinologa e ricercatrice del Bambino Gesu', "L'obesita' in se' non e' una patologia vera e propria, e' piuttosto un insieme di fattori di rischio: di sviluppare malattie cardiovascolari, cancro e oggi sappiamo anche demenza progressiva e Alzheimer". Inoltre, "l'associazione tra obesita', diabete mellito e morbo di Alzheimer e' nota, si parla del morbo di Alzheimer anche come diabete di tipo 3, ma e' importante aver dimostrato, per la prima volta, che la storia naturale di questa terribile malattia incomincia precocemente, gia' durante l'adolescenza. Ancora una volta, i risultati delle nostre ricerche indicano quanto gravi possano essere le conseguenze dell'obesita' pediatrica e quanto importante sia la prevenzione".
(Wel/Dire)