(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 13 mag. - "Io non vado col primo che capita. Il mio medico di famiglia lo scelgo io". È lo slogan scelto dalla Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) per la campagna contro "l'abolizione del medico di famiglia", che prende il via domani con il primo mese di "lotta sindacale" e contro "lo stallo delle trattative per il rinnovo della convenzione per la medicina generale". L'iniziativa e' stata presentata oggi a Roma nel corso di una conferenza stampa che si e' svolta presso l'Hotel Nazionale in piazza Montecitorio. Sono intervenuti: Stefano Zingoni, presidente nazionale Fimmg; Giacomo Milillo, segretario nazionale Fimmg; Silvestro Scotti, vicesegretario nazionale vicario Fimmg.
Dal 18 maggio le principali citta' italiane saranno "tappezzate di maxi manifesti per informare i cittadini sulle ragioni della protesta; mentre volantini saranno distribuiti nelle giornate degli 'studi aperti' di sabato 9 e domenica 10 maggio, in alcuni ambulatori nelle varie province italiane". Tale iniziativa sara' replicata il 23 e 24 maggio. "Noi medici non chiediamo aumenti di stipendio- si legge su uno dei manifesti- Le Regioni bloccano la convenzione dei medici di famiglia, che e' lo strumento per ottenere migliori condizioni organizzative del lavoro, e preferiscono togliere la liberta' di scegliere il medico".
Contro "l'abolizione del medico di famiglia", intanto, la Fimmg ha anche proposto una petizione on line (link sotto) indirizzata al presidente del consiglio, Matteo Renzi, alla ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, e ai presidenti delle Regioni e Provincie autonome presso la Conferenza delle Regioni. "Da molti mesi- si legge nella petizione- le Regioni impediscono che sia avviata la riorganizzazione della medicina generale e che si creino le condizioni organizzative del lavoro indispensabili per migliorare l'assistenza che ogni giorno i 60mila medici di medicina generale italiani assicurano direttamente nei luoghi dove vivono i cittadini".
E questo, si legge ancora nella petizione, "nonostante sia chiaramente sancito nella legge n.189 del 2012, nelle leggi di stabilita' 2014 e 2015 e risulti dalla volonta' delle parti in causa, che tale rinnovamento debba avvenire senza aggravi economici per le finanze del Paese". Dunque i medici di medicina generale "non chiedono piu' soldi, ma solo di lavorare meglio per i propri pazienti e per se stessi. Mentre le Regioni- sottolinea la Fimmg- perseguono invece azioni che vogliono limitare le capacita' del medico di famiglia di curare secondo scienza e coscienza per subordinarlo e costringerlo a seguire esclusivamente obiettivi di falso risparmio e propongono soluzioni che svuoterebbero di fatto il significato della libera scelta da parte del cittadino del proprio medico di fiducia".
I medici di medicina generale, quindi, chiedono al governo di intervenire sulla Conferenza delle Regioni "per difenderli dalle tecnocrazie regionali che, pur in minoranza, impongono a tutti gli italiani un servizio sanitario nazionale centrato sugli interessi delle giunte e non su quelli di salute dei cittadini". La protesta della Fimmg avra' il suo culmine con lo sciopero nazionale della categoria proclamato per il 19 maggio. Quel giorno gli studi dei medici di famiglia saranno chiusi dalle 8 alle 20 e si fermeranno anche i medici di continuita' assistenziale (ex guardia medica) dalle 20 alle 24, garantendo le prestazioni indispensabili.
Leggi la petizione: https://www.change.org/p/campagna-contro-l-abolizione-del-medico- di-famiglia?recruiter=289570689&utm_source=share_petition&utm_medi um=email&utm_campaign=share_email_responsive (Wel/Dire)