(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 15 lug. - "Abbiamo bisogno di un impianto legislativo nuovo, basato sul confronto tra i diversi soggetti interessati, che sia in grado di valorizzare al massimo il percorso di formazione dei medici. Bisogna quindi mettere insieme tutte le risorse che ci sono e ricreare uno schema in cui ci sia condivisione delle scelte e finalmente quell'insieme di norme che consentano alla professione medica, dalla formazione fino all'occupazione, di poter esercitare in un mondo che e' inevitabilmente cambiato". Cosi' Emilia Grazia De Biasi (Pd), presidentessa della Commissione Sanita' del Senato, a margine del seminario 'La formazione di base e specialistica del medico in Italia: criticita' e opportunita'', in corso oggi a Roma presso la sala Zuccari di Palazzo Giustiniani.
"Pensiamo solo al fatto che non c'e' piu' solo l'ospedale come riferimento- ha proseguito De Biasi- ma anche il territorio.
Questo vuol dire quindi lavorare sulla cronicita' e sull'invecchiamento della popolazione, che oggi e' un grande problema, in modo integrato con le altre professioni sanitarie. È ovvio che ci sia il medico, ma accanto a lui c'e' anche un team di lavoro". Secondo la presidente della Commissione Sanita' del Senato si tratta infatti "di uno scenario in mutamento, mentre noi abbiamo ancora legislazioni arretrate o addirittura non le abbiamo. Ci sono dei ritardi- ha sottolineato- che speriamo vengano superati dalla Commissione Bilancio del Senato, nell'esame dei nostri emendamenti per varare ameno in prima lettura il riconoscimento delle professioni sanitarie".
Non solo: secondo De Biasi c'e' "un ritardo della Camera per quel riguarda l'importantissima legge sulla responsabilita' in campo medico-sanitario; c'e' poi un intervento relativo e non ancora compiuto da parte delle Regioni rispetto alle funzioni e ai compiti per quel che riguarda invece la formazione medica. Per la formazione di base e specialistica del medico, inoltre, anche questa ha tanti problemi non soltanto nel tema dell'accesso, ma anche dei percorsi formativi e specialistici". Dobbiamo riflettere dunque su "che tipo di medico ha bisogno nei prossimi anni questo Paese, e questo richiede una grande capacita' di governo e di coordinamento dei mutamenti sociali con le esigenze professionali".
È un lavoro appassionante, questo, ha aggiunto ancora la senatrice, che "va fatto insieme al Parlamento dai ministeri della Salute e dell'Universita' e della Ricerca con i soggetti interessati. In questi anni quello che e' mancato, infatti, e' stato un tavolo di confronto e dialogo, perche' solo questo puo' portare a scelte condivise che durano nel tempo- ha concluso- e che si esauriscano solo in una logica di bilancio".
(Wel/Dire)