(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 10 giu. - "Siamo stati invitati dal governo di Teheran e dalla fondazione 'Charity foundation for special diseases', presieduta dalla dottoressa Hashemi (figlia dell'ex presidente dell'Iran, Ali Akbar Hashemi Rafsanjani, ndr), che ha voluto riprendere i contatti con l'Italia e in particolare con il nostro istituto. L'Ime per molti anni ha rappresentato infatti il punto di riferimento per i trapianti di cellule staminali del midollo osseo nei confronti dei bambini affetti da una serie di patologie genetiche, sia di natura tumorale sia di natura ematologica, che potevano essere ridotti con questa tecnica.
Successivamente, c'è stato anche da parte di diverse fondazioni, tra cui la 'Mezza Luna Iraniana', oltre che di vari ospedali pubblici, il desiderio di incontrarci per poter creare dei momenti di formazione congiunta, coinvolgendo medici iraniani e italiani". Così alla Dire Aldo Morrone, presidente dell'Ime (Istituto mediterraneo di Ematologia, la cui Fondazione è partecipata dai ministeri degli Esteri, della Sanità e della Regione Lazio).
Un Paese, l'Iran, che ha un ruolo chiave nella geopolitica mondiale ma non solo. "Il livello clinico-scientifico iraniano è molto elevato- prosegue Morrone- e sono forti i loro rapporti con l'Europa, anche a seguito delle sanzioni imposte dal consiglio delle Nazioni Unite. Da parte dell'Iran, quindi, c'è un tentativo di riprendere, in particolare dopo i colloqui di Losanna, un rapporto scientifico con l'Europa e con l'Italia, che considerano un punto di riferimento molto importante dell'Unione Europea.
Dall'altra parte, ovviamente, c'è la voglia di conoscere e collaborare anche in realtà diverse da quella iraniana: noi per esempio abbiamo invitato i colleghi iraniani per mostrare loro l'attività che svolgiamo in altri Paesi, come l'Africa orientale. I medici iraniani, inoltre, erano molto interessati a partecipare alle attività nei campi profughi siriani in Libano".
Intanto, Italia e Iran hanno firmato un protocollo di attività clinico-scientifico-assistenziali. Spiega il presidente dell'Ime: "Con la dottoressa Rafsanjani abbiamo firmato un pre-memorandum understanding nell'ambito di protocolli di attività clinico-scientifico-assistenziali. Per ora si limita a Teheran, una città enorme con tanti ospedali di alto profilo, e all'Italia, soprattutto con Roma e il Lazio. Abbiamo però pensato di allargare la nostra attività: il prossimo appuntamento è un congresso scientifico, che terremo prima a Teheran e solo successivamente a Roma, su scambi clinico-scientifici tra i due Paesi. E questo proprio per dimostrare una sorta di amicizia sul piano clinico-scientifico- conclude Morrone- che predisponga al dialogo, alla pace e alla dignità delle persone malate".
(Wel/Dire)