Fondazione Cassa Risparmio finanzia progetto unico in Italia
(DIRE - Notiziario Sanità) Imola, 18 feb. - Un progetto, unico in Italia, per aiutare i pazienti dell'istituto di riabilitazione di Montecatone e le loro famiglie che arrivano dalla Campania, ad affrontare il ritorno a casa, dopo lunghi mesi di cura. Dai consigli dello psicologo per la vita quotidiana fuori dal centro, a quelli dei volontari su come risistemare la casa (magari piena di barriere architettoniche) o su come procurarsi gli ausilii divenuti indispensabili, come la sedia a rotelle.
L'iniziativa, presentata in una conferenza stampa a Imola, nasce grazie al finanziamento della Cassa di risparmio di Imola (8.000 euro, per il primo anno di sperimentazione) e si affianca al lavoro gia' attivo da tempo, della Cooperativa Casa Guglielmo onlus, che mette a disposizione 46 stanze per 80 posti letto per i familiari dei lungo degenti che arrivano da lontano.
Con l'aiuto della Fondazione, dunque, da oggi i familiari e i 100 pazienti che ogni anno giungono dalla Campania (nel 2014, compresi i parenti, gli arrivi hanno toccato quota 438) saranno affiancati dai volontari campani dell'associazione Amici di Eleonora, che parleranno con loro e li aiuteranno sia a livello psicologico che pratico ad affrontare la malattia, la riabilitazione (si va da due mesi a un anno di degenza) e il rientro a casa, momento sempre difficile, spiegano i volontari. Tanto piu' per chi ha vissuto in un ambiente "protetto" come l'istituto o la casa Guglielmo (nel 2014 sono state 3.345 le giornate totali nella "casa" solo dei familiari campani) e, tornando nella propria citta', non ha gli stessi servizi di Imola. Montecatone, infatti, l'anno scorso ha trattato circa 750 pazienti, esemplifica il presidente dell'Istituto, Augusto Cavina, e il 25% arriva da fuori regione. In particolare da Campania, Puglia e Lazio, ma anche dalla Lombardia.
Un'eccellenza, dice il presidente della Fondazione cassa di risparmio, Sergio Santi, che meriterebbe il riconoscimento di Ircs (Istituto di ricovero a carattere scientifico). "E infatti, oggi, chiedo all'Ausl di Imola e al Comune di 'sgambare' di piu', perche' questo accada al piu' presto". Da parte sua, Cavina, ammette che "per diventare Irccs ci vuole piu' ricerca, mentre noi in questi anni ci siamo dedicati in particolare all'assistenza". Tuttavia "al momento abbiamo in corso sette-otto progetti di ricerca", e l'obiettivo e' di far partire il percorso per diventare Irccs "entri cinque anni". Nel frattempo, Montecatone, che presentera' il suo bilancio consuntivo 2014 in aprile, puo' dire "di essere in pareggio, almeno per l'anno scorso- conclude- cosa che in sanita' non e' mai tanto frequente".
(Wel/ Dire)