(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 16 dic. - "In Italia, ogni anno, si perdono 40 milioni di giornate lavorative per dolore cronico benigno, mentre in Europa oltre 500 milioni. Quanto agli Stati Uniti, invece, si stima che il costo sociale del dolore sia superiore alla somma di quello di tumori, malattie cardiovascolari e diabete". A dirlo è Guido Fanelli, della Commissione permanente Siaarti (Società italiana anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva) per i rapporti con le società scientifiche estere, e coordinatore della Commissione per l'attuazione della Legge 38 per la relazione al Parlamento e la conferenza Stato-Regioni.
"Il mal di schiena e il mal di testa- prosegue- sono ancora in vetta alla classifica, rappresentando più del 35% del dolore cronico benigno. I cassetti degli italiani, poi, sono ancora troppo pieni di antinfiammatori: il nostro Paese, infatti, è leader mondiale nel consumo degli antinfiammatori e questo è un triste primato a cui l'Aifa ha dato limitazioni. Questo accade perché non sono solo gli anestesisti a prescrivere gli antinfiammatori, ma anche ortopedici e medici di famiglia".
Intanto, la Legge 38/2010 sul dolore è ancora misconosciuta a troppi operatori sanitari. "A fine 2015- spiega Fanelli- all'incirca il 60% dei medici italiani ignora l'esistenza di tale Legge, approvata all'unanimità dal Parlamento italiano e considerata un modello di eccellenza dalla Commissione Europea". La Legge 38, secondo l'esperto della Siaarti, ha avuto "percorsi attuativi e uno di questi è stato quello dell'individuazione dei requisiti minimi per diventare centro Hub. Per questi ultimi, ne devono essere previsti uno ogni due milioni e mezzo di abitanti".
Oggi in Italia, fa sapere ancora l'esperto Siaarti, abbiamo "16 centri Hub con delibera regionale attiva: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Campania sono a norma, ma ci sono Regioni che non hanno ancora deliberato o dove la delibera è scaduta". Le iniziative, in questi ultimi anni, sono state molteplici: "Dalla Campagna di comunicazione in occasione della 'Giornata della Sofferenza'- dice Fanelli- ai banchetti informativi per i medici. Quello che occorre fare, allora, è informare i medici ma soprattutto l'opinione pubblica- conclude Fanelli- attraverso qualsiasi mezzo divulgativo".
(Wel/ Dire)