(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 22 apr. - Articolo tratto da "Il Messaggero". Ventidue milioni di euro per ristrutturare e, in alcuni casi, ampliare i pronto soccorso. Il recupero di 122 nuovi posti per terapia intensiva con la novità che anche l'ospedale militare del Celio farà la sua parte. E il via libera probabile al raddoppio delle assunzioni consentite dal piano di rientro per la sanità di Roma e del Lazio. Un servizio di eliambulanza anche per la neonatologia. Ecco, in sintesi, come si sta sviluppando il piano per la sanità della Regione in vista del Giubileo straordinario che prevede l'arrivo nella Capitale, nell'arco di un anno, di circa venticinque milioni di pellegrini.
I DIPARTIMENTI Partiamo dai Dea, i dipartimenti di emergenza e accettazione In questi giorni le Aziende sanitarie presenteranno i piani di potenziamento dei pronto soccorso.
In alcuni casi si parla anche di veri e propri ampliamenti, perché se già oggi le strutture sono in crisi per il numero di cittadini che quotidianamente chiedono aiuto, con l'invasione dei fedeli la situazione potrebbe aggravarsi, mandando definitivamente in tilt il sistema. Di qui il fondo di 22 milioni di euro, per adeguare i pronto soccorso di Roma su due fronti: sia dal punto di vista dei macchinari a disposizione, sia per l'ammodernamento dei locali. Gli interventi più importanti interesseranno il Policlinico Umberto I, il San Camillo, il San Giovanni, il Sant'Andrea e il Grassi di Ostia. Si tratta di una corsa contro il tempo, visto che l'apertura ufficiale del Giubileo è prevista per l'8 dicembre.
Con un'incognita in più: il clima di tensione causato dall'inchiesta su Mafia Capitale rischia di rallentare il percorso per l'affidamento dei lavori visto che negli uffici prevarranno, in questi giorni come non mai, i criteri di massima prudenza.
LE CRITICITÀ L'altra lacuna che si è manifestata dal giorno in cui Alessio D'Amato, direttore della cabina di regia della sanità del Lazio, ha messo sul suo tavolo la ½pratica Giubileo», è quella dei posti per terapia intensiva. Secondo le analisi della Regione, è necessario attivarne altri 122 per superare le criticità. In questi giorni ci sono già delle ipotesi concrete su dove realizzarli. Alcuni esempi: 8 al San Camillo, 4 al San Giovanni, 4 all'Umberto I. A questo si aggiunge il contribuito anticipato dall'ospedale militare del Celio, che ha messo a disposizione altri 8 posti di terapia intensiva che potranno essere utilizzati nei giorni del Giubileo.
DIPENDENTI Tutto questo però rischia di essere inutile, se non si trova il personale sufficiente a garantire i servizi. La Regione ha quantificato in 599 le unità in più negli ospedali romani il fabbisogno necessario ad affrontare l'onda del Giubileo straordinario. Come si fa, visto che il Lazio è ancora in regime di commissariamento e di attuazione del piano di rientro dal debito e dunque c'è ancora il blocco del turnover, vale a dire una forte limitazione delle assunzioni? L'ipotesi più probabile è che si ottenga dal Ministero della Salute una deroga.
PERCENTUALI Oggi la sanità del Lazio può sostituire solo il 15 per cento di coloro che vanno in pensione o si dimettono; la Regione conta di alzare quella percentuale a 30 e in queste ore sta proseguendo la trattativa, partendo da un dato che potrebbe favorire il Lazio: per legge il costo del personale deve essere l'1,4 per cento inferiore a quello del 2014. Bene, la sanità regionale rispetta quell'indicatore.
L'ARES 118 Tra l'altro serve personale anche per l'emergenza, vale a dire per l'Ares 118. La Regione ha fatto partire il bando per l'acquisto di 48 ambulanze (anche qui c'è sempre l'incognita della prudenza che potrebbe trasformarsi in lentezza delle procedure alimentata dalle inchieste della Procura della Repubblica). Si tratta di un investimento da 3,5 milioni di euro (fondi regionali), mentre si conta di ottenere un finanziamento analogo dal Governo per acquistare ulteriori 50 ambulanze.
Infine, sul fronte dell'emergenza sarà attivata anche l'eliambulanza per la neonatologia, che attualmente non esiste nel Lazio.
(Wel/ Dire)