(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 15 apr. - Gli italiani sbarcano all'Onu con un progetto di telemedicina. Presentato a New York, presso la sede delle Nazioni Unite, il progetto 'EMedMed' dell'Occam (Osservatorio per la comunicazione culturale e audiovisiva nel Mediterraneo e nel mondo) che ha l'obiettivo di combattere la povertà attraverso l'applicazione delle Ict (tecnologie dell'informazione e della comunicazione). Sviluppato dalla società fiorentina Dedalus, specializzata in software sanitari, il progetto mira nello specifico a introdurre la telemedicina in tre Paesi del Nord Africa: Tunisia, Marocco, Egitto.
Giorgio Moretti, presidente di Dedalus, ha lanciato il progetto nell'ambito della XV Conferenza mondiale 'Infopoverty', che quest'anno ha avuto come tema principale la sanità globale. "Progetti di telemedicina ce ne sono tanti- ha spiegato Moretti- ma sono rimasti tutti al livello di esperimenti o di prototipi. Il nostro ha il vantaggio di offrire un sistema completo, dalla formazione di medici e paramedici al software e alla piattaforma operativa. Lo testeremo per un paio di anni, se sarà efficace potremo estenderlo a tutta l'Africa, cercando in questo modo di aumentare le aspettative di vita di quelle popolazioni".
Ma in cosa consiste esattamente il progetto 'EMedMed'? "Il progetto punta allo sviluppo della telemedicina- hanno fatto sapere- basata su un'importante e innovativa soluzione software sviluppata da Dedalus, la 'piattaforma di interoperabilità' che gestisce lo scambio di notizie sanitarie tra i diversi sistemi informativi, amministrativi e clinici". In più, il compito di Dedalus sarà quello di "assistere le strutture sanitarie locali e di fornire tecnologia e servizi tecnologici di ausilio al personale amministrativo e a quello medico-scientifico per farli operare in piena autonomia. Accanto alla parte tecnologica, infatti- hanno sottolineato- il progetto si basa anche su un servizio di formazione e assistenza di figure mediche e paramediche di ciascun paese".
I Paesi interessati utilizzeranno dunque la telemedicina in tre settori: in Tunisia per la specializzazione in pneumologia; in Egitto per la ginecologia; mentre in Marocco per il diabete. La fase di formazione, sperimentazione e verifiche sul campo avrà una "durata compresa tra 24 e 36 mesi a seguito dei quali ogni organizzazione sanitaria locale sarà in grado di diffondere pratica e tecnologia nel proprio territorio, grazie anche ad unità sanitarie mobili dotate di strumenti elettromedicali. I vantaggi- hanno concluso- sono indubbi".
(Com/Wel/ Dire)