Boscia: "Medicina non è distributore automatico prestazioni"
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 8 apr. - "La medicina non e' un distributore automatico di prestazioni e di esami richiesti in modo autonomo, ne' puo' soddisfare qualsiasi prestazione, magari anche impropria o richiesta in modo compulsivo dagli utenti.
Nell'attuale panorama contemporaneo, dove si e' ormai diffusa una prassi medica sempre piu' centrata sull'autonomia e sull'autodeterminazione del paziente, va recuperato il senso dell'alleanza terapeutica e ogni valore dell'uomo persona". Cosi' Filippo Maria Boscia, presidente nazionale dell'Amci (Associazione medici cattolici italiani), interviene in merito al rinvio a giudizio di Salvatore Felis, il medico ginecologo dell'ospedale San Martino di Genova che il 19 aprile 2014 rifiuto' di fare l'ecografia a due ragazze che avevano assunto la pillola abortiva perche' obiettore di coscienza.
"L'attuale controversia riguardante Felis- prosegue Boscia- dovra' esaminare la questione del difficile rapporto odierno tra la buona medicina finalizzata all'esclusivo benessere e al rispetto della persona umana e l'autodeterminazione assoluta del cittadino-utente. I medici cattolici italiani desiderano ricordare che ogni attivita' medica e' diretta a uomini, donne, bambini, giovani e anziani, la cui integrita' e' costituita da anima, corpo, spirito e sostanza. La medicina, infatti, nasce per agire con positivo e responsabile impegno al servizio dell'uomo e conferire alla professione medica l'idea della responsabilita' delle singole e proprie azioni, che devono essere compiute secondo scienza e coscienza".
In risposta a ogni spiacevole situazione, aggiunge ancora il presidente dell'Amci, "ci si augura che un sistema sanitario autenticamente moderno ed efficiente proponga prioritariamente modelli di medicina fortemente antropologici, affinche' quell'ambito processo che amiamo definire 'alleanza terapeutica', essenziale in ogni processo di cura, promuova ogni auspicabile miglioramento della relazione tra medico e paziente.
Occorre infatti ricordarsi che la modernita' non puo' e non deve coincidere con la piu' spietata e consistente medicalizzazione della vita".
I medici cattolici ribadiscono dunque "ogni loro ferma volonta' di realizzare quella buona medicina che non prescinda mai dal lato strettamente ontologico- conclude Boscia- ma che connoti la persona e ogni sua innata identita' relazionale".
(Wel/ Dire)