Il 10/4 'Angelica illusione. Caso clinico' presso IdO
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 8 apr. - Carlo è un bambino di 8 anni inserito nel progetto Tartaruga dell'Istituto di Ortofonologia (IdO) perché ha una sintomologia severa di autismo. Il suo terapeuta domiciliare, Mirko Straqualursi, parlerà di 'Angelica illusione. Caso clinico' il 10 aprile a Roma in occasione del Venerdì culturale IdO presso la sede della Scuola di specializzazione, in via Alessandria 128/b.
Il terapeuta spiegherà le dinamiche emotive che si possono attivare all'interno del rapporto terapeutico con un bambino che presenta una mente "primitiva", in un mondo senza parola in cui tutto è rimandato alle emozioni. "Sono partito dalla bellezza del bambino, che ha strutturato in me l'elaborazione dell'archetipo dell'angelo, che come ogni archetipo presenta un'ambivalenza".
Sono 5 anni che lo psicoterapeuta si reca a casa di Carlo una volta la settimana per due ore: "Avevamo una stanza per la terapia. All'inizio lasciavo la porta aperta perché il piccolo non mi conosceva e veniva sopraffatto da una paura ogni volta che viveva la separazione dalla madre. Poi, questa porta con il tempo si è chiusa, ma il non riuscire da subito a contenere il bambino ha suscitato in me tutta una serie di emozioni: inizialmente la sua bellezza mi faceva credere che non avrei mai potuto fallire con lui, ma l'immagine dell'angelo era un'illusione difensiva da una situazione molto difficile, l'autismo. Successivamente è, infatti, seguita la disillusione- racconta- ho dovuto affrontare l'aggressività di Carlo nei miei confronti".
Straqualursi ha "accolto l'aggressività che il bambino non riusciva a contenere e che toccava a me rielaborare. Adesso con Carlo siamo passati da una chiusura molto forte a un principio di relazione condivisa all'interno del setting. La creazione di un contesto terapeutico accogliente-sottolinea il terapeuta- ha dato modo al minore di abbassare i suoi meccanismi di difesa cominciando ad esprimere, nonostante non sia ancora presente il linguaggio, i suoi bisogni, desideri ed emozioni. Abbiamo iniziato un lavoro più strutturato, basato sull'attività grafica con la quale Carlo ha cominciato a sviluppare le capacità comunicative. Adesso- conclude- mi chiede di pronunciargli i nomi dei soggetti che disegniamo e poi cerca di impararli".
(Wel/ Dire)