Sindacati contro Trenti: Vuol risparmiare? Si fonda con Ausl
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 10 set. - E' ancora muro contro muro tra i sindacati della sanità reggiana e l'ospedale Santa Maria Nuova, che ha deciso di esternalizzare il servizio dei barellieri mettendo a rischia circa 20 posti di lavoro. "Si vuole risparmiare veramente? E allora perché non prendere in considerazione l'ipotesi di fusione delle due aziende sanitarie della provincia", è la provocazione di Cgil, Cisl, Uil, Fials, Fsi e Rsu in replica alla direzione dell'ospedale, che ha giustificato l'appalto con esigenze di risparmio (quantificato in 220mila euro).
"Basterebbe un solo direttore generale, invece che due- sostengono i segretari Maurizio Frigeri della Fp Cgil, Davide Battini della Cisl, Mauro Chiarini della Uil e Pasquale Liquori della Fials- infatti tra direttore generale, direzioni varie e staff, il risparmio supererebbe ampiamente il milione di euro". Concretamente, spiegano poi le organizzazioni sindacali, "si può subito intervenire sulle innumerevoli consulenze o verificare l'effettiva convenienza di certi appalti piuttosto che procedere alla loro re-internalizzazione, o verificare il reale bisogno di onerosi incarichi esterni quando invece quelle funzioni potrebbero essere svolte da personale dipendente dell'azienda".
I sindacati tornano quindi ad attaccare il direttore dell'Ospedale Ivan Trenti la cui posizione è definita "sempre più "chiacchiere e distintivo", ed evidenziano che "per la prima volta nonostante la recente approvazione della legge regionale sul 'care-giver', nella storia dell'ospedale di Reggio un privato for profit (e dunque non un'associazione di volontariato) fa il suo ingresso nella nostra sanità su funzioni sanitarie e in termini di principio l'operazione potrebbe preludere all'esternalizzazione di altri servizi o addirittura di interi reparti".
Inoltre, "una parte del risparmio è dovuta all'utilizzo di lavoratori che avranno un contratto con condizioni peggiori, salari più bassi con più ore da lavorare", mentre si sottovaluta il fatto "che gli attuali dipendenti sono operatori socio sanitari in grado di fornire risposte adeguate e che invece saranno sostituiti da personale in gran parte senza quella qualifica e specifica formazione con inevitabili problematiche sui livelli assistenziali".
Cgil, Cisl, Uil e Fials, denunciano infine "l'atteggiamento muscolare dell'azienda che oltre a non mostrare alcuna disponibilità al dialogo, nonostante le diffide e le iniziative in corso, esercita indebite pressioni sui lavoratori i quali dovranno subire spostamenti in modo coatto senza alcuna tutela professionale e con forti perdite economiche sui loro stipendi".
(Wel/ Dire)