Regione stima 500 richieste all'anno. "Centri già pronti"
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 10 set. - Da lunedì la fecondazione eterologa in Emilia-Romagna è "completamente a disposizione" di tutti. Da questa settimana, infatti, sono aperte le liste d'attesa: la Regione si aspetta un aumento intorno al 15% di coppie che chiedono la fecondazione assistita, rispetto a oggi che è disponibile solo l'omologa. "Per 400-500 coppie in più non si spaventa nessuno e non si pregiudica niente", afferma Carlo Lusenti, assessore regionale alla Sanità, che questa mattina ha presentato le linee guida regionali per la fecondazione eterologa, che in Emilia-Romagna sarà gratuita. La delibera, che recepisce le norme nazionali approvate in settimana dalle Regioni, sarà presentata in Giunta lunedì e approvata mercoledì. Quindi dalla prossima settimana si parte con le prenotazioni.
"Stimiamo un aumento che non cambia di molto i tempi d'attesa- spiega Lusenti- in ogni caso, una volta avviata questa nuova modalità, valuteremo l'andamento dei tempi d'attesa e il numero di coppie iscritte", perchè "siamo intenzionati a sostenere finanziariamente un incremento della produzione, quindi dei cicli di fecondazione assistita che si fanno nei centri pubblici, per garantire tempi d'attesa adeguati". Liste d'attesa su cui la Regione, una volta approvata la delibera, metterà al lavoro un gruppo di esperti per definire i "criteri di composizione e scorrimento delle liste d'attesa. Ad oggi, per la fecondazione assistita, non esistono: c'è solo l'ordine cronologico" delle richieste. "Secondo me invece- sostiene Lusenti- è ragionevole che una donna di 42 anni aspetti meno di una donna di 32 anni". Già avviato invece il lavoro per definire le condizioni di accreditamento dei centri che stabilisca "un livello più alto e un aggiornamento costante".
La fecondazione assistita in Emilia-Romagna è "una prassi già consolidata- spiega Lusenti- ogni anno si trattano 4.500 coppie con tecniche di fecondazione omologa (cioè con gameti della coppia stessa, ndr), che non pagano il ticket. La fecondazione eterologa (con ovuli o spermatozoi presi da un donatore esterno alla coppia, ndr) è una tecnica della procreazione medicalmente assistita e quindi rientra all'interno di questa regola generale e quindi non c'è compartecipazione" alle spese da parte dei cittadini. I centri abilitati "sono tutti quelli che già fanno l'omologa- spiega ancora l'assessore- sono 21, 11 pubblici e 10 privati, che dispongono già di attrezzature, tecnologie e competenze professionali per fare anche l'eterologa. Quindi tutti i centri sono già nelle condizioni per farla". Ogni centro avrà un registro dei donatori (per i quali le visite di controllo sono gratuite), che potranno donare a un solo centro. E Lusenti ci tiene anche a dire che "va de-enfatizzato il problema economico, la differenza di costi è marginale".
L'assessore si dichiara poi soddisfatto per l'accordo raggiunto tra le Regioni, che hanno definito regole uniformi per tutto il territorio nazionale. "Non è stato facile- dice Lusenti- ma in modo molto tempestivo le Regioni hanno assolto al loro impegno. I diritti non si autoaffermano e il rischio che restino sulla carta è sempre altissimo. Le regole servono a rendere i diritti esigibili e anche finanziabili". Con le linee guida nazionali approvate dalle Regioni, dunque, "non c'è bisogno di una legge per partire- afferma Lusenti- non potevamo subordinare un diritto, sancito dalla Corte costituzionale, ad altri tempi. Ora auspico che non si strumentalizzi il tema, ma credo che la Corte abbia detto una parola definitiva. Quindi riattivare contese ideologiche non mi sembra il caso".
(Wel/ Dire)