(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 29 ott. - Una campagna contro gli aborti selettivi dei feti femminili, questa è Kiran Hadhi Yogana, portata avanti nel villaggio di Piplantri nello Stato indiano del Rajasthan.
In concreto da circa sei anni, alla nascita di ogni bambina, i genitori possono decidere di partecipare al programma piantando 111 alberi e istituendo un fondo di 21 mila rupie (271,5 euro) per garantire un futuro alla neonata. "Anche il resto del villaggio contribuisce con l'aggiunta di 10 mila rupie per un totale di 31 mila (400 euro) per ogni bambina. Se le famiglie non riescono a versare la parte più ingente, questa può essere coperta dalla comunità" dichiara il sindaco, creatore del progetto, al quotidiano spagnolo El País. "Kiran Hadhi Yogana è un beneficio per tutti - continua - . Più di 60 famiglie partecipano al programma e abbiamo piantato 285 mila alberi in uno spazio di 2 mila ettari".
Adesso le famiglie sono più predisposte ad accettare la nascita di una bambina grazie anche all'aiuto economico che comporta, contro la visione tradizionale che individua nelle figlie femmine un peso per il gruppo familiare che dovrà pagarne la dote. Da qui la preferenza dei figli maschi, che portano ricchezza alla famiglia sposandosi e il rifiuto delle figlie femmine, considerate un peso ed un onere. Questa visione ha portato per lungo tempo alla pratica degli aborti selettivi dei feti femminili tanto che i numeri dell'ultimo censimento del 2011 parlano di un divario forte tra uomini e donne: nel Rajasthan per gli adulti il rapporto è di 928 donne su 1000 uomini, e nel caso dei bambini al di sotto dei 6 anni la situazione è ancora più allarmante. Sono infatti 888 le femmine per ogni 1000 maschi, una relazione molto bassa vista la proporzione naturale tra i sessi dei nuovi nati.
Il governo indiano ha più volte cercato di combattere il fenomeno, introducendo anche una legge in merito, ma con scarsi risultati mentre il programma Kiran Hadhi Yogana sta iniziando a dare i suoi frutti. "Ci prendiamo cura degli alberi piantati come parte della nostra famiglia. Perché sono il frutto della terra e perché ci daranno i frutti per mantenere le nostre figlie" spiega Pura, una delle donne che beneficia del progetto. Così facendo si creano occupazione e coscienza, oltre alla possibilità per le bambine di avere una vita migliore. I genitori infatti quando accettano di partecipare al progetto firmano una dichiarazione giurata con cui si impegnano formalmente a prendersi cura degli alberi e a non toccare il fondo destinato alla bambina fino ai suoi 18 anni che potrà allora essere usato per la sua istruzione o per il suo matrimonio.
Fonte: Redattore Sociale (Wel/ Dire)