Se ne parla sabato a Roma con seminario Ido su plusdotazione
(DIRE - Notiziario Sanità) Roma, 15 ott. - "L'Italia non è un Paese che promuove un'educazione differenziale, ma i bambini devono essere riconosciuti per le loro necessità e differenze. Solo un approccio attento alle peculiarità di ogni soggetto può consentire una corretta inclusione tanto ai minori disabili quanto a quelli plusdotati". A dirlo è Maria Assunta Zanetti, professoressa di Psicologia dell'educazione e dell'orientamento presso l'Università degli Studi di Pavia (Unipv) e direttrice di LabTalento (Laboratorio Italiano di ricerca e sviluppo del potenziale, talento e plusdotazione), che sabato sarà a Roma al seminario promosso dall'Istituto di Ortofonologia (IdO) sui 'Bambini plusdotati. Una risorsa non un problema'. L'evento avrà luogo nell'Aula Magna dell'Istituto comprensivo Regina Elena in Via Puglie 6 dalle 9 alle 18, e sarà anche l'occasione per presentare il 'Laboratorio per bambini plusdotati' attivato dalI'IdO a Roma, in collaborazione con l'Unipv e rivolto alle scuole del Centro-Sud Italia.
IL CONTESTO EUROPEO - Nel 1994 il Consiglio d'Europa pubblicò la raccomandazione 1248 sull'educazione dei bambini talentati, sottolineando la necessità di sviluppare il loro potenziale intellettivo attraverso strumenti e condizioni di insegnamento particolari. Nel 2005 fu poi emanato il rapporto 'Gifted Education in 21 European Countries: Inventory and Perspective' e "l'Italia non c'era. Da allora a oggi - lamenta Zanetti - non è cambiato nulla". Eurydice, la rete d'informazione sull'istruzione in Europa, "ha realizzato un documento di lavoro sulle misure specifiche in ambito educativo dedicate ai giovani dotati nei Paesi dell'Unione europea (2006), in modo da analizzare misure educative destinate agli alunni talentati. Il documento sostiene che bisogna spingere verso una personalizzazione degli apprendimenti per questi bambini - rimarca la docente - eppure in Italia quest'obiettivo non è previsto nella formazione degli insegnanti".
QUALI LE STRATEGIE POSSIBILI - Sono tre le principali strategie proposte dall'Università degli studi di Pavia e sposate a pieno dall'Istituto di Ortofonologia: "Innalzare il livello di sensibilizzazione e conoscenza dell'universo sconosciuto dei plusdotati, mettere a punto strumenti di valutazione e intervento nel sistema scolastico a supporto del bimbo 'gifted' e del gruppo classe e - sottolinea la docente universitaria - lavorare sull'alleanza scuola-famiglia e nella ricerca clinica". Gli insegnanti "devono essere informati e formati per lavorare in classi inclusive - aggiunge Federico Bianchi Castelbianco, direttore dell'IdO - dove questi bambini possano riuscire a stare con gli altri mettendo i loro talenti a disposizione dei compagni".
GLI OBIETTIVI DEL LABORATORIO IDO - l'Istituto di Ortofonologia, in collaborazione con l'Unipv, si impegnerà ad individuare i bambini plusdotati, facilitare la loro socializzazione a scuola e stimolare l'attivazione di programmi didattici mirati e inclusivi per aiutarli a superare i loro disagi. L'équipe di psicoterapeuti dell'IdO è consapevole che "i bambini plusdotati dovrebbero essere considerati una risorsa per la scuola mentre la società li tratta come un impedimento. Essendo intelligenti si crede che non abbiano alcuna necessità - conclude Castelbianco, referente del laboratorio - ma invece hanno tutte le esigenze proprie della loro età e, se non supportati, possono sviluppare comportamenti borderline nei loro percorsi emotivo-relazionali e cognitivi". Per ricevere informazioni e/o partecipare, dato il numero limitato di posti, è necessario scrivere a scuolapsicoterapia@ortofonologia.it, oppure chiamare lo 06/44291049 o inviare un fax allo 06/44290410. Verrà rilasciato un attestato di partecipazione.
(Wel/ Dire)